
Anche se a un gran numero di lettori può sembrar strano, parlare del cibo degli Indiani d’America (o ‘Nativi Nordamericani’, come sarebbe più corretto chiamarli), non è compito facile. L’immagine che in genere si ha di loro è quella di un ‘grande popolo’, suddiviso in tribù, ma comunque caratterizzato dai medesimi usi e costumi: una visione fortemente stereotipata, incoraggiata dalla letteratura, dal cinema, dai fumetti e, qualche volta, dai Nativi stessi. Ad esempio, molti immaginano che tutti gli ‘indiani’ (nome con cui, impropriamente, si fa riferimento a queste genti) siano mangiatori di carne di bisonte: niente di più falso, sarebbe infatti come pensare che gli Europei siano un unico popolo, abituato a cibarsi esclusivamente di lasagne o crauti. Per questo motivo, approfondire la conoscenza del cibo dei Nativi Nordmericani diventa un modo per iniziare a conoscerli e a comprenderli. Tenere infine bene a mente che, a causa della vastità dell’argomento trattato, le informazioni fornite da questo articolo sono per forza di cose generiche e soggette ad eccezioni.


Le ‘nazioni’ indiane.

I nativi del continente nordamericano appartengono a 7 ‘philum’ linguistici, ai quali va aggiunta una numerosa serie di etnie legate ad altri philum non ben determinati. Questi gruppi linguistici diedero vita ad almeno 500 entità sociali che spaziavano da piccoli insiemi di poche famiglie, le ‘bande’, a aggregati più vasti, le ‘tribù’, fino a strutture complesse organizzate in confederazioni, principati, potentati e addirittura ‘imperi’. Si tratta degli elementi fondanti delle ‘nazioni’ indiane.
Queste erano diffuse nelle seguenti aree ecologiche e culturali:
Area Artica;
Area Sub-Artica;
Costa Nordoccidentale;
California;
Plateau (Altipiani);
Grande Bacino;
Plains (Grandi Pianure);
Prairies (Praterie);
Nordest;
Sudest;
Nordovest del Messico e Bassa California;
Sudovest;
Meso-America (dal Messico all’Istmo di Panama);
N.B. E’ importante ricordare che, nella fattispecie, il termine ‘nazione’ non ha il significato politico che ha assunto nel corso della storia europea, ma solo quello di ‘gruppo di nativi’ (dal latino ‘natus’, ‘nato’).

Il cibo degli indiani d’America suddiviso per area geografica.
Il continente nordamericano è caratterizzato da numerosi ecosistemi: dalle distese ghiacciate dell’Artico ai deserti dell’Arizona e di Sonora, dalle foreste pluviali della British Columbia ai boschi decidui della Virginia e della Carolina, dalle grandi pianure lungo il sistema fluviale Mississippi-Missouri alle paludi della Florida.
Quasi inutile dire che ognuno di questi ecosistemi si distingue per una grande varietà di animali e piante in grado di fornire numerose tipologie di cibo.
Di seguito viene riportato un elenco delle tipologie di cibo degli Indiani d’America e dei relativi metodi di approvigionamento:

Regione Artica: questa comprende un territorio vastissimo che si estende dall’Alaska, fino al Labrador ed alla Groenlandia.
In passato era abitata soprattutto da popolazioni Aleutine, Yupik e Inuit.
Dal momento che l’agricoltura non è praticabile sui ghiacci del pack e sul permafrost, le principali fonti di cibo dei nativi in questa zona furono:
- La caccia ai mammiferi marini: su tutti foche, leoni marini e balene.
- La caccia al caribou, praticata specialmente durante i mesi estivi.
- La caccia agli uccelli acquatici e migratori, (anch’essa in estate).
- La pesca.
E’ importante sottolineare che, in genere, i popoli artici non cuocevano la carne e si nutrivano anche del grasso e degli organi interni degli animali: ciò forniva alcune delle vitamine, le proteine e il sale necessari all’alimentazione umana.
Non è dunque un caso che il fegato fosse considerato una leccornia e che la bile costituisse l’ingrediente principale di una salsa utilizzata come condimento.

Regione Subartica: le popolazioni di questa regione vivevano nella fascia di territorio compresa tra la parte interna dell’Alaska (a ovest) e l’Oceano Atlantico (ad est). Le principali fonti di cibo in quest’area furono, in ordine di importanza:
- La caccia al caribou nella zona settentrionale e al moose (alce canadese) in quella meridionale. Anche orsi, castori, porcospini, cervi e conigli erano spesso utili a sfamarsi.
- La pesca, fondamentale per coloro che vivevano nel bacino dello Yukon e dei suoi affluenti.
Sulla costa atlantica si mangiavano molluschi e crostacei. I vegetali a disposizione erano molto pochi, ci si nutriva di radici, semi, alcune erbe e molti tipi di bacche (more, mirtilli, lamponi, ribes, ecc.).

Costa Nord Occidentale: le popolazioni di questa regione vivevano nella striscia di terra compresa tra l’Oceano Pacifico, a ovest, e le catene montuose coperte dall’impenetrabile foresta pluviale nordica, ad est. Le principali fonti di cibo per i Nativi di questa regione erano:
- La pesca, soprattutto quella al salmone del Pacifico. Grande importanza avevano anche il candlefish, l’halibut e il merluzzo.
- La caccia ai mammiferi marini: su tutti la balena megattera (humpback) e la grigia.
Le alghe rappresentavano un’ottima riserva alimentare: una volta raccolte e fatte essiccare, erano schiacciate in pani che potevano durare per periodi di tempo molto lunghi.
Anche la raccolta di piante, bacche e radici aveva un ruolo importante nella dieta di queste popolazioni: ricordiamo i bulbi di camas, varie tipologie di more e la salal-berry.

Plateau: questi altopiani sono compresi a nord tra le provincie canadesi della British Columbia (ad oriente) e dell’Alberta (ad occidente). A sud, tra gli stati americani di Washington (ad oriente) e del Montana (ad occidente). Grazie alla sua particolare posizione, la regione presenta zone ecologiche piuttosto differenziate tra loro.
Le principali fonti di cibo dei Nativi in quest’area furono:
- La caccia, soprattutto di animali di grossa taglia, come ad esempio l’alce (principalmente nella zona a settentrione).
- La pesca, soprattutto quella al salmone (ad ovest).
Coloro che vivevano a sud potevano permettersi una dieta mista: alla raccolta di bacche, frutta e vegetali vari, si affiancavano la pesca e la caccia di selvaggina di piccola taglia (daini, conigli, etc.). Prezioso il ruolo della radice di camas (Camassia leichtlinii).

Grandi Pianure del Nord America: questa regione si estende dal Canada al Golfo del Messico. Le principali fonti di cibo dei Nativi in questi territori furono, in ordine di importanza:
- La caccia, soprattutto quella al bisonte. Il cervo, il daino, l’antilope, l’orso e la selvaggina di piccola taglia rappresentavano possibili alternative.
- La raccolta: venivano mangiate bacche (ingrediente principale nella preparazione del famoso ‘pemmican’) e radici.
Le tribù che vivevano nelle zone prossime alle Regioni delle Praries e del Sudovest, riuscivano spesso a procurarsi mais, fagioli e zucche, grazie a commerci o spedizioni di guerra.
Il pesce veniva in genere trascurato come alimento.

‘Praries’ e Grandi Laghi: le principali fonti di cibo delle popolazioni che vivevano in questi territori furono, in ordine di importanza:
- La caccia al bisonte.
- L’orticoltura, diffusa nella zona delle pianure. I principali prodotti erano mais, fagioli e zucche, coltivati dalle donne nei piccoli appezzamenti di terreno che circondavano i villaggi invernali.
- La pesca, praticata soprattutto nell’area dei Grandi Laghi. Le battute in genere si tenevano di notte: i pesci di acqua dolce venivano infatti attirati dalla luce delle torce.
Le tribù che vivevano presso i confini orientali delle Plains, inizialmente si nutrirono dei bisonti dei boschi. Una volta che gran parte di questi animali fu sterminata, la loro dieta iniziò a basarsi sulla caccia alla selvaggina (cervo e daino) e sulla raccolta di bacche e radici.

Nordest e Sudest: le fonti di cibo delle popolazioni che vivevano in queste regioni furono, in ordine di importanza:
- L’orticoltura. Questa sopperì ad almeno il 50% del fabbisogno alimentare del Nordest. Nel Sudest, la presenza di grandi città e di una società più complessa, permise lo sviluppo di un’agricoltura strutturata: i principali prodotti erano mais, fagioli e zucche.
- La caccia. Questa coprì il restante 50% del fabbisogno nel Nordest e rappresentò la seconda fonte di cibo nel Sudest. Le principali prede erano cervi, daini ed orsi. Venivano cacciati anche animali di piccola taglia come lepri, conigli e tassi, oltre ad uccelli come il tacchino, il cigno, il tuffolo e vari tipi di anatre. Nelle zone settentrionali si praticava la caccia alla foca e alla balena. In Florida e nelle aree paludose del Sudest una delle prede preferite era l’alligatore.
- La pesca. Un’attività di grande importanza, soprattutto per le popolazioni costiere. Venivano catturati sia pesci d’acqua dolce che marini (salmone dell’Atlantico, merluzzo e aringhe). Da sottolineare inoltre il consumo di molluschi e di frutti di mare.
- La raccolta. I Nativi di questa zona si nutrivano di vari tipi di noci e ghiande, oltre che di frutta selvatica.

Grande Bacino: questo territorio era caratterizzato, soprattutto nelle aree desertiche, da una notevole scarsità di risorse alimentari. Le fonti di cibo delle popolazioni che vi abitavano furono, in ordine di importanza:
- La raccolta. Soprattutto di semi, radici, tuberi e pinoli (piñon).
- La caccia. Nell’arido meridione gli animali a disposizione erano molto pochi: si potevano trovare solo conigli, vari tipi di roditori, serpenti ed insetti (soprattutto cavallette). Nella zona settentrionale e presso le Montagne Rocciose venivano cacciati il cervo, l’antilope e la capra di montagna.

California, Bassa California e Nordovest del Messico: le fonti di cibo delle popolazioni che abitavano in queste regioni furono, in ordine di importanza:
- La raccolta. Soprattutto di pinoli (piñon) e di vari tipi di ghiande (acorns). Si consumavano anche la yucca, i fagioli mesquite (*1) e l’agave. La pianta del cactus era particolarmente preziosa nelle zone desertiche: ci si poteva infatti nutrire dei suoi frutti (freschi o secchi), dei semi (secchi o arrostiti) e della polpa. Dalla sua spremitura si otteneva una bevanda.
- La caccia. Nella parte meridionale della California e nel Messico settentrionale, la fauna di grosse dimensioni era abbastanza rara e occorreva quindi cibarsi di piccoli roditori e conigli. La dieta comprendeva inoltre rettili e insetti. Sulla costa venivano cacciati alcuni mammiferi marini. Nella parte centro-orientale della California (in prossimità alle Montagne Rocciose) si potevano trovare animali più grossi come cervi, capre di montagna e orsi.
- La pesca. Praticata sulla zona costiera, non aveva grande peso. La dieta era integrata da alcuni tipi di molluschi.

Sudovest: in epoca precolombiana, le fonti di cibo dei popoli Hohokam, Mogollon e Anasazi/Pueblo furono, in ordine di importanza:
- L’agricoltura. Gran parte della dieta locale era basata sul mais, coltivato in diverse varietà. Spesso veniva utilizzato per produrre un particolare tipo di pane, il cosiddetto ‘piki’ (parola hopi).
- La raccolta di pinoli, noci e dei frutti del cactus Saguaro.
- La pesca. Sebbene i pesci non facessero parte delle dieta dei Pueblo, venivano mangiati occasionalmente dalle popolazioni che vivevano lungo il Rio Grande.

L’arrivo di tribù Dené (Navajo e Apaches) dai territori del bacino dello Yukon, modificò almeno in parte le abitudini alimentari nella regione.
I Denè erano popoli nomadi di cacciatori e raccoglitori che, almeno inizialmente, imposero ai Pueblo un commercio ‘diseguale’ tra prodotti agricoli e cacciagione (in primis, il bisonte). Durante il XVIII secolo, alcuni gruppi cercarono di convertirsi all’agricoltura, ma la caccia e la razzia rimasero la loro principale fonte di approvvigionamento di cibo. Questa situazione perdurò fino a quando l’esercito degli Stati Uniti impose ai Navajo l’uso della pastorizia.


I Nativi Nordamericani non allevano bestiame.

Una caratteristica comune a molte delle Nazioni Indiane ne mise più volte a rischio la sopravvivenza in epoca precolombiana ed in seguito, vale a dire l’incapacità di allevare il bestiame (*1). Non è dunque un caso che molti dei miti di queste popolazioni facciano riferimento alla scarsità di cibo: una pericolosa minaccia alla quale spesso poneva rimedio l’intervento di un eroe mitologico. Costui, portato a termine il suo compito, in genere insegnava alla tribù una specifica cerimonia religiosa per far sì che il problema non si ripresentasse. Cicli ricorrenti di scarsità e di abbondanza di cibo rappresentarono la naturale condizione di vita dei Nativi Nordamericani.
Nota:
*1: Allevavano solo tacchini e cani, questi ultimi in genere venivano mangiati nel corso di alcune cerimonie rituali.

Lo stretto legame tra cibo e religione.

Nel passato procurarsi da mangiare rappresentò quasi sempre un problema serio per i Nativi Nordamericani. Il cibo aveva quindi un grande valore: non a caso, una volta reperito, veniva spesso consumato in modo cerimoniale.
La visione animistica.
Il rapporto con la natura di molti tra questi popoli non era di tipo ecologico ma animistico. Pensavano infatti che il mondo naturale, in ogni sua manifestazione, fosse abitato da spiriti: entità malevole e permalose, nel migliore dei casi indifferenti.
Un numero finito di animali.
Va inoltre ricordato che i Nativi non possedevano il concetto di incremento demografico di una specie. In genere credevano (*1) che il numero degli animali esistenti fosse sempre il medesimo e che una volta uccisi questi si reincarnassero … così da poter essere nuovamente cacciati.
I tabù.
Tale convinzione (*2) li portava ad attribuire la penuria di prede alla rottura di un tabù da parte di un individuo o di un gruppo.
Alcuni tabù riguardavano l’abbinamento dei cibi: presso gli Inuit era ad esempio proibito mangiare insieme carne di animali terrestri (*3) e marini (*4).
Dal momento che una eventuale trasgressione avrebbe causato un immane disastro, il colpevole, se scoperto, veniva immediatamente giustiziato.
Nota:
*1: Occorre considerare che si sta parlando di più di 500 nazioni.
*2: Concezione di tipo animistico, appunto.
*3: Ad esempio il caribou.
*4: Ad esempio pesci, foche e balene.

La donna e la preda della caccia.

Il parallelismo magico tra la donna e la preda della caccia è un elemento spesso presente nella cultura dei Nativi Nordamericani. Di seguito vengono riportati alcuni esempi per chiarire questo concetto:
La donna e il kayak.
Quando una donna cuciva le pelli di un kayak, in genere eseguiva il lavoro indossando un indumento impermeabile, in modo che il suo odore non impregnasse l’imbarcazione, mettendo in allarme le prede.
La donna e la foca.
Nemmeno un capello di donna doveva rimanere impigliato nel parka di un cacciatore di foche, dal momento che ciò avrebbe offeso gli animali. Una volta uccisi, i loro spiriti si sarebbero lamentati della sua sciatteria, decidendo di stargli alla larga nella vita successiva.
La donna e la balena.
La moglie del capo baleniere presso i nativi della Costa Nord Ovest, rappresentava simbolicamente la balena. Per questa ragione, durante la caccia, era soggetta a molti tabù.
Alcuni esempi:
In casa, quando doveva sedersi, occorreva che lo facesse volgendo le spalle al mare: in questo modo le balene, imitandola, si sarebbero dirette verso riva e non al largo.
Era necessario che mangiasse cibi molto grassi, così che le prede sarebbero state altrettanto grasse.
Non le era permesso pettinarsi, dal momento che se i capelli si fossero aggrovigliati, ciò avrebbe causato anche l’aggrovigliamento delle funi agganciate agli arpioni.

Gli animali dei Nativi: il bisonte e il caribou.
Nell’immaginario collettivo, due animali su tutti vengono associati all’immagine dei nativi americani: il bisonte ed il caribou.


Il bisonte.
Contrariamente a quanto si può credere il bisonte è addomesticabile: oggigiorno viene allevato in modo intensivo nei ranch delle riserve indiane. Bistecche di questo animale sono offerte come leccornia nei menù dei casinò dei nativi americani.


Il cibo degli Indiani d’America: il pemmican, un concentrato di energia.
Il cosiddetto ‘pemmican’ è un vero e proprio concentrato di grasso e proteine.
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I suoi ingredienti principali sono:
- Carne essiccata (in genere di bufalo, alce o cervo);
- Bacche (spesso mirtilli, ribes o ciliege);
- Grasso animale;

SOLO LE SPECIALITA’ PIU’ TIPICHE E TRADIZIONALI

Il cibo degli Indiani d’America: la distribuzione della carne.
La distribuzione della carne che seguiva tutte le cacce comunitarie, come quella al bisonte o alla balena, non era paritaria: le porzioni migliori dell’animale spettavano infatti di diritto al capo della spedizione o al padrone della terra.
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Presso i balenieri dell’Artico, il grosso dell’animale andava al capitano della ciurma, che di solito era anche il proprietario della barca.

La musica dei nativi nord americani.
Musica dei Nativi Nord Americani per accompagnare la lettura di questo articolo:
Nota: registrarsi a Spotify così da poter ascoltare i brani per intero.

Il cibo degli Indiani d’America: il ‘piskun’.
Il metodo più classico di caccia al bisonte, in uso ancor prima dell’arrivo del cavallo, era il cosiddetto ‘piskun’.
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Carne di cane, un cibo ‘speciale’.
I Nativi nordamericani non erano soliti cibarsi con regolarità della carne di cane: il suo consumo era in genere riservato a occasioni molto particolari.
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I Dakota e i Lakota si nutrivano di questa carne solo nei periodi funestati da una grave scarsità di cibo.

Il cibo degli Indiani d’America: il ‘frybread’.
Il ‘frybread’ è un cibo tipico dei Nativi Nordamericani, inventato nel 1864 dai Navajo che vivevano nella riserva di Fort Sumner.
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La conservazione della carne.
Per i Nativi Nordamericani, così come per tutti i popoli cacciatori che possiedono un livello tecnologico prossimo a quello del mesolitico o del neolitico, la conservazione della carne era un problema molto serio.
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img-01 (*) – Hunting Buffalo, Alfred Jacob Miller, 1858 (Wikipedia Link) {PD-US}
img-02 (*) – Nativi americani, G. Mülzel, 1904 (Wikipedia Link) {PD-US}
img-03 (*) – Sioux Ghost Dance, Boyd James P., 1836-1910 (Wikipedia Link) {PD-US}
img-04 (**) – Bisonte americano, US Department of Agriculture (Wikipedia Link)
img-05 (**) – Maschio di caribou in Alaska, Dean Biggins, U.S. Fish and Wildlife Service (Wikipedia Link)
img-06 (*) – Sioux tipi, Karl Bodmer, 1833 (Wikipedia Link) {PD-US}
img-07 (**) – Hunting Buffalo, A.J. Miller (1810–1874), quadro del Walters Art Museum (Wikipedia Link) {PD-US}
img-08 (**) – La preparazione del fried bread, Camp Taqaddum (Wikipedia Link)

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