Cous Cous: Storia, Informazioni, Curiosità


Cous Cous: storia, informazioni, curiosità

SCOPRIAMO IL COUS COUS: LA SUA STORIA E LEGGENDA, I SUOI LUOGHI, LA PREPARAZIONE, LE VARIANTI, LE CALORIE, LE ORIGINI DEL NOME E TANTE GHIOTTE CURIOSITA’!

Il Cous Cous è generalmente considerato la specialità gastronomica araba per eccellenza. Sebbene ciò non sia necessariamente vero, è indubbio che sia profondamente intrisa del fascino del deserto e delle sue genti: quei nomadi berberi che, in tempi remoti, inventarono un cibo facile da trasportare e rapido da cucinare. Un cibo che, nel corso dei secoli, grazie ai traffici mercantili tra i paesi del Mediterraneo, venne adottato da numerose culture gastronomiche, evolvendosi in preparazioni più o meno complesse, sia dolci che salate.


Cous Cous, la specialità venuta dal deserto (cc-12, cc-07)

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Cos’è il Cous Cous?

Con il termine ‘Cous Cous’ si indica un alimento dalle origini antichissime, nato con ogni probabilità nella zona settentrionale del continente africano. Nella sua forma più tradizionale, consiste in semola di grano duro, ottenuta tramite una macinazione più o meno grossolana del cereale. Così come il riso, il Cous Cous è un alimento base, impiegato in un gran numero di preparazioni, sia dolci che salate. La più classica prevede che sia cotto a vapore ed accompagnato da uno stufato di carne e verdure opportunamente speziato (anche questa preparazione, per estensione, ha il nome di ‘Cous Cous’).

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La storia del Cous Cous.

Stabilire con precisione le origini del Cous Cous non è cosa semplice: molti studiosi le fanno risalire a un periodo indefinito tra l’XI e il XIII secolo (*1), in un’area che corrisponde alla porzione nord-occidentale del continente africano, Cous Cous: antica mappa del continente africano (img-02) situata tra gli attuali Stati della Mauritania e della Tunisia. Altri esperti sostengono che potrebbero essere antecedenti, individuandole più a sud, nella zona subsahariana degli attuali Niger, Mali, Burkina Faso e Ghana. Cous Cous: miniatura (cc-01) Infine, alcuni storici ipotizzano che la specialità sarebbe nata in epoca classica, se non addirittura prima (*2), nei territori del regno berbero di Numidia (*3).
Essendo un cibo povero, di facile conservazione, trasporto e preparazione, per molti secoli il Cous Cous rappresentò la soluzione ideale per sfamare la gente nomade ed i mercanti: non deve quindi stupire che, proprio grazie alle rotte commerciali, si diffuse ben presto in molti dei paesi del bacino del Mediterraneo (e non solo), su tutti la Francia, la Sicilia e la Penisola Iberica.
Le più antiche testimonianze scritte relative a questa preparazione giunte fino a noi, risalgono al XIII secolo e provengono proprio dalla Spagna, al tempo sotto dominio arabo (*4).

Note:

*1: Si tratta del periodo storico che inizia con la caduta della dinastia berbera degli Ziridi (ca. 1049 d.C.) e prosegue con il periodo di governo degli Almohadi.
*2: Tali congetture si basano sul ritrovamento di utensili atti alla preparazione del Cous Cous all’interno di complessi sepolcrali risalenti a quell’epoca;
*3: ‘Numidia’ era il nome della regione che includeva i territori compresi tra gli attuali Marocco e Tunisia. In età romana divenne provincia imperiale.
*4: Va ricordato che il dominio musulmano sulla penisola iberica durò ben otto secoli: dal’ottavo fino al quindicesimo.

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Il Cous Cous nella leggenda.

Cous Cous: Re Salomone e la Regina di Saba (img-03) Secondo la leggenda Re Salomone, figlio del Davide e sovrano di Israele, si innamorò perdutamente della Regina di Saba, giunta in visita alla sua corte. Un sentimento tanto forte da fargli perdere completamente l’appetito, arrivando a comprometterne la salute e la capacità di governare. Sarebbe stato quindi il suo cuoco ad inventare un piatto, il Cous Cous, reso talmente appetitoso grazie al sapiente utilizzo di numerose spezie, da fargli tornare la fame, salvandogli la vita. Sebbene sia Salomone che la regina di Saba abbiano un posto di rilievo nella Bibbia, occorre dare poco credito a questa storia: poco più di una favola, ricca di indiscutibile fascino.


Cous Cous: la semola del Cous Cous. Cous Cous: la semola del Cous Cous.

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La ‘semola’ del Cous Cous.

Il Cous Cous, nella sua forma più classica, consiste in semola di grano duro, vale a dire il prodotto della macinazione del cereale. Tale macinazione può essere più o meno grossolana: inutile dire che ciò incide direttamente sulle dimensioni dei granelli. Si potranno quindi trovare in commercio Cous Cous più o meno fini, adatti a diversi tipi di preparazione.


Cous Cous: sorgo bianco e rosso (cc-03) Cous Cous: sorgo bianco e rosso (cc-03)

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Non solo grano per il Cous Cous.

Sebbene il ‘Cous Cous’, nella sua forma più classica, si produca grazie alla macinatura più o meno grossolana del grano duro (Triticum durum), esistono varianti prodotte con semole di altri cereali, come ad esempio il miglio, l’orzo ed il sorgo.


WebFoodCulture: le specialità più tipiche, i ristoranti e i produttori più tradizionali.

Le specialità più tipiche, i ristoranti e i produttori più tradizionali.

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Come si prepara il Cous Cous? (cenni)

Prima di descrivere (per sommi capi) la ricetta del Cous Cous, occorre tenere bene a mente che, con questo nome, si è soliti indicare sia il prodotto, a base di semola di grano duro, sia il piatto, Cous Cous: piatto di Cous Cous. realizzato con questa semola. Se il prodotto richiede un discreto quantitativo di tempo per essere preparato (*1), una volta che i granuli che lo compongono sono opportunamente essiccati (*2), non solo si possono conservare a lungo, ma è anche possibile cuocerli con relativa rapidità. Caratteristica, quest’ultima, di fondamentale importanza: non bisogna infatti dimenticare che la specialità nasce come cibo povero e soprattutto pratico, adatto al sostentamento dei nomadi berberi e dei mercanti che un tempo (e, in parte, ancora oggi), attraversavano le aride sabbie del deserto. Tutta gente, per forza di cose, in grado di dedicare ben poco tempo alla cucina.
Cliccare qui per i passaggi della preparazione e i principali ingredienti.


Cous Cous: la preparazione del Cous Cous. 1) Il Cous Cous più tradizionale è cotto a vapore utilizzando la cosiddetta ‘cuscussiera’: una pentola di forma bombata nella quale vengono cotte le verdure e/o la carne, i cui vapori, attraversando un fondo forato, lentamente reidratano la semola. Al giorno d’oggi si usa sempre più spesso il Cous Cous industriale al quale è sufficiente aggiungere acqua o brodo bollente;
2) Una volta che il Cous Cous ha raggiunto una consistenza leggera e sufficientemente morbida, sarebbe opportuno sgranarlo usando una forchetta;
3) Il Cous Cous viene quindi servito in un piatto di portata, guarnito con uno stufato di carne e/o verdure, spesso (ma non necessariamente) disposte in modo esteticamente appagante;

Nei paesi del Maghreb (su tutti Marocco, Tunisia ed Algeria), in genere lo stufato è preparato con una combinazione dei seguenti ingredienti:

  • Carne: agnello, pollo, montone, talvolta cammello;
  • Verdure: zucchine, carote, cipolle, rape, melanzane, uva passa, prezzemolo;
  • Legumi: ceci;
  • Spezie: zafferano, coriandolo, paprika piccante, peperoncino rosso;

In alcune zone viene utilizzato anche il pesce;

Note:
*1: Alle donne era generalmente demandato il compito di lavorare la semola di grano duro per farne Cous Cous. Si trattava di una procedura abbastanza lunga: una volta cosparsa d’acqua, era lavorata a mano, quindi setacciata, in modo da conservare i chicchi più grandi, che costituiscono il prodotto.
*2: Non a caso la preparazione del Cous Cous richiede necessariamente la sua reidratazione, tradizionalmente effettuata a vapore;


Cous Cous: Atlas, Morocco, Todra Valley (cc-10)


Le origini del nome ‘Cous Cous’. Le origini del nome ‘Cous Cous’.

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Le origini del nome ‘Cous Cous’.

E’ possibile che le origini del nome ‘Cous Cous’, così come quelle della specialità, siano Berbere. La parola potrebbe infatti derivare dall’arabo ‘kuskus’ (‘kuskusu’) o, più probabilmente, da ‘keskes’, termine ancora oggi utilizzato per indicare la tipica pentola ‘a strati’, volgarmente conosciuta in Italia come ‘couscoussiera’. Continua ...

Va sottolineato che questa particolare tipologia di cibo, soprattutto grazie alla sua grande praticità e versatilità, si diffuse velocemente in numerosi paesi, assumendo in ognuno vari appellativi. Ricordiamo, ad esempio, alcuni tra i più simili:

  • ‘Cuscusu’, in Sicilia;
  • ‘Cascà’, in Sardegna;
  • ‘Couscous’, in Francia;
  • ‘Kouskousaki’, in Grecia;
  • ‘Cuscuz’, in Brasile;
  • ‘Wusu-Wusu’, in Togo, Senegal, Nigeria, Ghana e Benin;


Cous Cous Patrimonio Culturale dell’UNESCO (img-04) Cous Cous Patrimonio Culturale dell’UNESCO (img-04)

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Patrimonio Culturale dell’UNESCO.

Nel mese di marzo del 2019, quattro Paesi del Maghreb, ovvero Tunisia, Algeria, Marocco e Mauritania, si accordarono per presentare una richiesta congiunta all’UNESCO affinchè il Cous Cous fosse dichiarato Patrimonio Culturale. Iniziativa singolare, considerato che, nel tempo, i ‘dissapori’ tra queste nazioni non sono mai mancati. Continua ...

Un tale sforzo fu coronato da successo quando, il 16 dicembre 2020, la specialità venne ufficialmente iscritta nella lista dell’organizzazione internazionale (“This new inscription recognizes the value of couscous and the knowledge, practices and know-how that surround it …”).


Cous Cous: interno di una moschea a Fes (cc-02)

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Le varianti africane del Cous Cous.

Cous Cous: la preparazione del Cous Cous (img-05)

Grazie ai traffici commerciali e alle contaminazioni culturali legate, tra l’altro, alle conquiste territoriali, il Cous Cous, la specialità nata nella porzione nord-occidentale dell’Africa, si diffuse ben presto in altri paesi del continente (ed oltre). In ognuno di questi luoghi la sua ricetta originale venne interpretata in modo diverso, facendo uso degli ingredienti tipici del posto per arricchirla di nuovi sapori. Si svilupparono quindi numerose varianti, di seguito alcune tra le più famose: Continua ...

Marocco:
Il Cous Cous marocchino è spesso considerato il più classico. Generalmente è a base di carne di agnello, accompagnato da verdure (rape, pomodori, peperoni, carote, coriandolo fresco, aglio e cipolle) ed insaporito da numerose spezie (cannella, coriandolo, paprika, zenzero, pepe nero ma soprattutto zafferano).

Algeria:
La salsa con cui si accompagna il Cous Cous in Algeria è preparata con carne di agnello e/o pollo (a volte, manzo), verdure (rape, patate, pomodori, zucchine, carote, cipolle), legumi (ceci e/o fagioli) e varie spezie (peperoncino, cannella, coriandolo, cardamomo, pepe, chiodi di garofano, zenzero e cumino). Talvolta, nelle zone prossime alla costa, si usa il pesce anzicchè la carne.

Tunisia:
In Tunisia, oltre al Cous Cous ‘classico’, che include tra i suoi principali ingredienti la carne di agnello e/o manzo, nelle zone prossime alla costa viene preparata una variante (la più tipica) che include pesce e/o frutti di mare, ma anche gamberi, polpi e calamari. Nell’entroterra si usa talvolta la carne di cammello. La specialità è accompagnata dall’ ‘harissa’, una salsa tipica molto speziata e piccante, della quale la Tunisia è la maggiore produttrice.

Libia:
In Libia il Cous Cous (meglio se a grana grossa) è preparato con carne di agnello, a volte di cammello, più raramente di manzo. Il tutto è accompagnato da verdure (zucca, zucchine, bietole, patate, sedano, finocchio, carote e cipolle), passata (o concentrato) di pomodoro, legumi (ceci lessati) e spezie (su tutte, pepe nero, cannella e curcuma). Viene spesso usato nell’impasto di un pasticcino morbido, il ‘maghrood’, insieme a sesamo, datteri e miele.


Cous Cous: il Cous Cous alla Trapanese (cc-04, cc-05) Cous Cous: il Cous Cous alla Trapanese (cc-04, cc-05)

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Il Cous Cous alla Trapanese.

Gli scambi culturali tra il mondo arabo e la Sicilia affondano le radici in un lontano passato: una contaminazione che ha da sempre influito (anche) sulla gastronomia. Ad esempio, la variante del Cous Cous preparata nella città di Trapani è ancora oggi particolarmente celebre ed apprezzata. Continua ...

La specialità nord-africana in questo caso è accompagnata da una gustosa zuppa di pesce, la cosiddetta ‘ghiotta’, che include diverse tipologie di pesce (scorfano, gallinella, rombo, sarago, cernia etc.), crostacei (scampi, canocchie, gamberi etc.) e frutti di mare (vongole, cozze, fasolari, etc.). La semola viene lavorata a mano (‘incocciata’) in uno speciale piatto di terracotta verniciata (la ‘mafaradda’). La cottura è spesso effettuata nel modo più tradizionale, vale a dire usando la classica ‘couscussiera’.


Cous Cous: Cascà’, il Cous Cous sardo (img-06, cc-06) Cous Cous: Cascà’, il Cous Cous sardo (img-06, cc-06)

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‘Cascà’: il Cous Cous sardo.

Il Cous Cous venne introdotto a Carloforte e a Calasetta, borghi marinari rispettivamente situati nelle isole di San Pietro e Sant’Antioco (entrambe a sud-ovest della Sardegna), da un gruppo di pescatori di corallo, i cosiddetti ‘Tabarchini’, di origini liguri che vi si insediarono a partire dal XVIII secolo. Continua ...

E’ importante sottolineare che, precedentemente, avevano lavorato sull’isola tunisina di Tabarka (da cui il loro nome): esperienza grazie alla quale vennero in contatto con la specialità nord-africana. La loro personale variante del Cous Cous, il ‘Cascà Tabarchino’ (o ‘Carlofortino’), era inizialmente un piatto molto povero, che includeva solo verdure di stagione (su tutte, il cavolo), legumi e spezie, non prevedendo la carne. L’evoluzione della ricetta portò all’aggiunta del maiale come ingrediente.


Cous Cous: Bulgur, il ‘cugino’ del Cous Cous (cc-08) Cous Cous: Bulgur, il ‘cugino’ del Cous Cous (cc-08)

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Bulgur, il ‘cugino’ del Cous Cous.

Il ‘bulgur’ è a tutti gli effetti un parente stretto del Cous Cous. Consumato soprattutto in Turchia (ma non solo), si distingue dalla specialità nordafricana in primis nell’essere prodotto con semi integrali (quindi comprensivi di crusca) e germogliati di grano duro. Continua ...

Questi, una volta cotti a vapore ed essiccati, sono frantumati in granelli di dimensioni che possono variare. Il bulgur più ‘fine’ si presta alla preparazione di contorni (ad es. l’insalata di Bulgur) e piatti freddi (ad es. le melanzane ripiede di bulgur), mentre quello più ‘grossolano’ è adatto a primi piatti caldi come, ad esempio, svariati tipi di zuppe (ad es. la zuppa di pomodoro, ceci e bulgur) e minestre (ad es. il minestrone di verdure con bulgur).


‘Seffa’ e ‘Maghrood’: il Cous Cous dolce (cc-13, img-07) ‘Seffa’ e ‘Maghrood’: il Cous Cous dolce (cc-13, img-07)

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‘Seffa’ e ‘Maghrood’: il Cous Cous dolce.

Nel mondo arabo, il Cous Cous viene utilizzato non solo per preparazioni salate, ma anche dolci o agrodolci come, ad esempio, il ‘Seffa’: abbastanza simile alla specialità classica (possono essere anche impiegati sottili vermicelli), prevede l’aggiunta, tra l’altro, di mandorle, cannella e zucchero. Continua ...

Di origine maghrebina, è generalmente servito al termine dei banchetti che accompagnano le festività familiari (come i matrimoni), subito prima del dessert. In Libia il Cous Cous è utilizzato nell’impasto del ‘maghrood’ (‘makroud’ o ‘makrout’), una sorta di grande pasticcino morbido insaporito con miele, sesamo e datteri.


Il Berkoukes: un ‘grande’ Cous Cous (cc-09) Il Berkoukes: un ‘grande’ Cous Cous (cc-09)

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Il Berkoukes: un ‘grande’ Cous Cous.

Nei paesi del Maghreb è diffusa una specialità, il cosiddetto ‘Berkoukes’, quasi identica al Cous Cous. Ciò che la distingue sono le dimensioni: è composta infatti da sferette, grandi quanto un cece, composte da semola di grano duro con l’eventuale aggiunta di farina, realizzate a mano. Il ‘Berkoukes’ è generalmente impiegato in minestre di carne e verdure.


Il Cous Cous nella letteratura. Il Cous Cous nella letteratura.

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Il Cous Cous nella letteratura.

Numerosissime sono le testimonianze letterarie relative al Cous Cous, un cibo apprezzato da secoli nel nord Africa, nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo e oltre. Una tra le più interessanti risale al 1583, ed è contenuta nel trattato ‘Del governo et amministratione di diversi regni et republiche, così antiche come moderne’ Continua ...

l’autore, Francesco Sansovino, descrive infatti con precisione il suo metodo di preparazione, quasi identico all’attuale: “Ma il verno mangiano carne alessa, insieme con quella vivanda che e detta cuscusu, la quale si fa di pasta come i coriandoli, et lo cuocono in certe pignatte forate per ricevere il fumo di altre pignatte, dopo vi mescolano dentro butiro, et lo bagnano di brodo.”.


Cous Cous: cammelli nel deserto (cc-10)

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Il Maghreb, la culla del Cous Cous.

Il ‘Maghreb’, vale a dire la porzione nord-occidendale del continente africano che include il grande deserto del Sahara, è generalmente considerato il luogo di origine del Cous Cous.

Una ‘couscousière’ per il Cous Cous (cc-11)

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La ‘couscousière’.

Lo strumento generalmente impiegato dai nord-africani per fare il Cous Cous è la ‘Couscoussiera’ ( ‘Couscoussier’ in francese, ‘Taseksut’ in Berbero, ‘Kiskas’ in arabo): si tratta di una particolare tipologia di pentola (*1),
Continua ...

costituita da una base panciuta, nella quale si prepara lo stufato di carne e/o verdure, e da un recipiente più piccolo situato al di sopra, il cui fondo è opportunamente forato così che i vapori provenienti dal basso (ricchi di aromi), cuocciano il Cous Cous posto al suo interno.

Nota:
*1: La pentola è spesso in metallo, ma può essere anche in terracotta;

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La preparazione del Cous Cous in video.

Di seguito un video in cui viene mostrata la procedura di preparazione del Cous Cous alla marocchina:

N.B. Alcuni ingredienti e quantitativi possono variare da quanto riportato nel relativo paragrafo.

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L’ ‘Harrissa’.

L’ ‘Harrissa’ è una salsa di consistenza pastosa e dal colore rosso intenso, impiegata soprattutto, ma non solo, nei paesi del Maghreb (*1) per accompagnare specialità come, ad esempio, il Cous Cous, il Kebab, o come insaporitore per zuppe e stufati.
Continua ...

Ha un gusto piccante e speziato, in cui si contraddistinguono i sapori del peperone, del peperoncino, del coriandolo, del cumino e dell’aglio, vale a dire i principali ingredienti con cui viene preparata (*2).

Note:
*1: La Tunisia è di gran lunga il maggiore produttore ed esportatore di Harissa;
*2: Vengono talvolta utilizzati anche limone e cipolla;

Cous Cous: ritratto di Barbaros Hayreddin Pasha (img-01)

“CON UN DITO MANGIA IL DIAVOLO, CON DUE IL PROFETA E CON CINQUE L’INGORDO” (detto arabo)

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Musica per il Cous Cous.

Per comprendere al meglio le suggestive atmosfere che circondano una specialità come il Cous Cous, vi invitiamo ad ascoltare questa breve selezione di musiche berbere:

Nota: registrarsi a Spotify così da poter ascoltare i brani per intero.

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Mangiare con le mani.

Sebbene nei paesi europei il Cous Cous venga generalmente mangiato con la forchetta, non è certo questo il metodo più tradizionale. Nel mondo arabo è costume millenario servirsi delle mani per raccoglierne da un piatto (spesso comune, ma non necessariamente) un certo quantitativo: usando le dita o il palmo si realizza una pallina, portandola quindi alla bocca. Quasi inutile sottolineare che, prima e dopo il pasto, è buona norma pulirsi, impiegando una caraffa che viene fatta girare tra i commensali.

Le dimensioni del Cous Cous.

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Le dimensioni del Cous Cous.

Il Cous Cous è costituito da una semola di grano duro i cui granelli possono essere di diverse dimensioni: i più ‘classici’ hanno un diametro di circa 2 millimetri. Ne esiste comunque una versione più grossolana, che può superare i 3 millimetri (conosciuta anche come ‘Berkoukes’), ed una più fine (o extra-fine) che misura circa 1 millimetro.


WebFoodCulture: solo le specialità più tipiche e tradizionali.

SOLO LE SPECIALITA’ PIU’ TIPICHE E TRADIZIONALI

Cous Cous: curiosità varie.

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Curiosità varie.

Un piatto tradizionale come il Cous Cous è caratterizzato da un gran numero di curiosità. A seguire un breve elenco di alcune tra le più stuzzicanti:
Cliccare qui per visualizzarlo.

  • Nel borgo marinaro di Carloforte ogni anno si tiene una sagra (ora vero e proprio festival) dedicata al Cous Cous.
  • Anche a San Vito Lo Capo, da ben 25 anni, si tiene la ‘Cous Cous Fest’, festival internazionale dell’integrazione culturale (www.couscousfest.it).
  • Esiste un film del 2007 diretto Abdellatif Kechiche che porta il nome della specialità nord-africana: ‘Cous cous (La Graine et le Mulet)’.
  • Il Cous Cous fa parte del banchetto ‘pantagruelico’ descritto nel romanzo satirico ‘La vie de Gargantua et de Pantagruel’ (1532) di Francois Rebelais.

Couscous: calorie e valori nutrizionali.

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Couscous: calorie e valori nutrizionali.

Inutile dire che è impossibile stabilire le calorie del Cous Cous come piatto, in quanto le salse che lo accompagnano variano per ingredienti e relativi quantitativi. Più semplice fornire informazioni sul Cous Cous inteso come la sola semola di grano duro (cotta): cento grammi contengono tra le 340 e le 370 calorie.
Per quanto riguarda i valori nutrizionali, sono presenti, nell’ordine:
Cliccare qui per l'elenco.

  • Carboidrati;
  • Proteine;
  • Fibre;
  • Zuccheri;
  • Lipidi;
  • Vitamine;
  • Sali minerali;
  • … oltre naturalmente ad acqua.




INFORMAZIONI SUL COPYRIGHT DELLE IMMAGINI


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Le seguenti immagini sono di pubblico dominio:

img-01 (*) – Ritratto di Barbaros Hayreddin Pasha (Wikipedia Link) {PD-Art} {PD-US}
img-02 (*) – Antica cartina dell’Africa, (Wikipedia Link) {PD-Art} {PD-US}
img-03 (*) – La visita della Regina di Saba a Re Salomone, Edward Poynter, 1890 (Wikipedia Link) {PD-Art} {PD-US}
img-04 (**) – Logo UNESCO, (Wikipedia Link)
img-05 (*) – La preparazione del Cous Cous, 1910, Lehnert & Landrock (Wikipedia Link)
img-06 (*) – Panorama di Carloforte (xilografia), 1901 (Wikipedia Link)
img-07 (*) – Makrouds (Wikipedia Link)

Le seguenti immagini hanno licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic:

cc-01 – Dettaglio di una miniatura di Bachir Yellès, immagine appartenente a Yelles (Wikipedia Link)
cc-02 – Interno di una moschea a Fes, immagine appartenente a Michal Osmenda (Wikipedia Link)

cc-03 – Sorgo bianco e sorgo rosso, immagine appartenente a Sputniktilt (Wikipedia Link)
cc-04 – Cous Cous di Kerkennah (Tunisie), immagine appartenente a Elcèd77 (Wikipedia Link)
cc-05 – Porto di Trapani, immagine appartenente a Jean-Pierre Bazard (Wikipedia Link)
cc-06 – Capo Sandalo – Carloforte, immagine appartenente a Roberto Petruzzo (Wikipedia Link)
cc-07 – Cammelliere, Hoggar, immagine appartenente a W. Robrecht (Wikipedia Link)
cc-08 – Granelli di Bulgur crudo, immagine appartenente a Joyous! (Wikipedia Link)
cc-09 – Berkoukes, immagine appartenente a Indif (Wikipedia Link)
cc-09 – Cammelli nel deserto, immagine appartenente a Holger Reineccius (Wikipedia Link)
cc-10 – Atlas, Morocco, Todra Valley, immagine appartenente a Jerzy Strzelecki (Wikipedia Link)
cc-11 – Couscoussière, immagine appartenente a Jerzy Catskingloves (Wikipedia Link)

cc-12 – Cuscus, immagine appartenente a Lmmima (Wikipedia Link)
cc-13 – Seffa, immagine appartenente a Cosmopolite88 (Wikipedia Link)
cc-14 – Alba nel Sahara, immagine appartenente a Lydia0730 (Wikipedia Link)

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Immagine 01 (**) – Erg Chebbi, Merzouga, Morocco immagine appartenente a Lefidele (Wikipedia Link)

Immagine 02 (**) – Cous Cous marocchino, immagine appartenente a Arastalya (Wikipedia Link)

(*) Questa immagine è di pubblico dominio in quanto il suo copyright è scaduto.
(**) Immagine dichiarata di pubblico dominio dall’autore.