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Autore: Antonio Maria Guerra
Sfogliatella Santa Rosa
STORIA, LUOGHI, INFORMAZIONI, CURIOSITA’
Pochi sanno che la sfogliatella napoletana altro non è che l’evoluzione di un altro dolce, la cosiddetta Santa Rosa, nata a qualche decina di chilometri dalla ‘Città del Sole’, sulla Costiera Amalfitana. Approfondiamo dunque la conoscenza di questa prelibatezza e scopriamo come si è evoluta nel tempo, allietati dal profumo e dai paesaggi di uno dei luoghi più belli al mondo. Buona lettura!
Cos’è la Sfogliatella Santa Rosa?
La sfogliatella Santa Rosa è un dolce a base di sfoglia croccante, ingolosito da un morbido ripieno di colore chiaro preparato con semola, ricotta, uova, zucchero e canditi. La specialità è impreziosita da crema pasticciera e da un decoro di amarene sciroppate. Sebbene questa delizia vada considerata erede di un’antica tradizione, gran parte delle fonti associa la sua nascita all’esperimento particolarmente riuscito di una monaca di un convento di clausura sulla Costiera Amalfitana.
La Costiera Amalfitana e la Santa Rosa.
La sfogliatella Santa Rosa è uno dei dolci più tipici della Costiera Amalfitana. Questo tratto di costa tirrenica, situato nella Regione Campania, tra i paesi di Vietri sul Mare e Positano, è celebre in tutto il mondo per la bellezza dei suoi paesaggi, tanto da essere stata riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1997.
La storia della Sfogliatella Santa Rosa.
Le origini della sfogliatella Santa Rosa appartengono ad un lontano passato. Testimonianze di preparazioni simili si possono trovare, ad esempio, in un testo di grande importanza per la cultura gastronomica italiana, vale a dire l’ ‘Opera di M. Bartolomeo Scappi, cuoco secreto di Papa Pio V’, risalente al XVI secolo. Nel libro lo Scappi (*1) cita, tra l’altro, “sfogliatelle fatte con butiro e rossi d’ova” e “pasticcetti sfogliati, pieni di bianco mangiare”: veri e propri antesignani della specialità.
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Attualmente gran parte delle fonti associa la nascita del dolce ad un episodio che ha il sapore della leggenda: il racconto è ambientato in una data non precisata del ‘600 ed ha come protagonista una monaca di clausura del convento di Santa Rosa, situato sulla Costiera Amalfitana, tra i paesi di Ravello e Furore. La religiosa, che secondo alcuni si sarebbe chiamata Clotilde, per non sprecare della semola avanzata, le avrebbe aggiunto un po’ di latte, ricotta, frutta secca, zucchero e qualche goccia di liquore (*2), realizzando in questo modo un ripieno al contempo semplice e gustoso, più che adatto quindi ad essere racchiuso in un saccottino di pasta sfoglia di forma vagamente circolare (‘a cappello di prete’). Nasceva in questo modo la primissima sfogliatella Santa Rosa. Quest’ultima, una volta assaggiata, piacque così tanto che si decise di venderla alla gente del luogo (*3).
Nel tempo la specialità divenne popolare anche al di fuori della Costiera ed in particolare a Napoli, dove Pasquale Pintauro (*4) le apportò alcune modifiche trasformandola in quella che al giorno d’oggi è conosciuta come sfogliatella napoletana (*5).
A tal proposito occorre sottolineare che, col passare degli anni, la stessa Santa Rosa si era evoluta: pur conservando un ripieno molto simile all’originale, aveva assunto una forma triangolare, venendo arricchita con crema pasticciera e ciliegie sciroppate.
Oggigiorno il dolce è diventato un vero e proprio ‘classico’: la sua fama è cresciuta esponenzialmente anche grazie al ‘rinascimento’ turistico che negli ultimi anni caratterizza sia la città di Napoli che la zona della Costiera Amalfitana.
Note:
*1: Bartolomeo Scappi, avendo prestato servizio come cuoco per Papa Pio IV e Pio V, venne soprannominato ‘il cuoco dei papi’.
*2: Si trattava forse di un altra celebre specialità della Costiera Amalfiana: il ‘Limoncello’, prodotto con gli squisiti limoni locali.
*3: A tal proposito occorre ricordare che nei conventi si viveva non solo grazie alle donazioni dei fedeli, ma anche e soprattutto alla produzione in proprio di cibo, manufatti, etc.
*4: Pasquale Pintauro, avendo compreso le potenzialità della Santa Rosa, abbandonò la sua vecchia professione di oste divenendo pasticcere. Contestualmente, trasformò il suo vecchio locale in un laboratorio che è ancora oggi in attività.
*5: La sfogliatella napoletana ‘classica’, derivata dalla Santa Rosa, è quella conosciuta al giorno d’oggi come la ‘riccia’.
Le pastccerie più tradizionali.
A seguire un breve elenco di alcune tra le pasticcerie più tradizionali della costiera amalfitana, grazie alle quali è possibile assaporare la sfogliatella Santa Rosa originale.
> Pasticceria Pansa
Ind.: Piazza Duomo, 40 – 84011 Amalfi (SA)
Tel.: +39 089 871 065
Mail: info@pasticceriapansa.it
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> Pasticceria La Zagara
Ind.: Via dei Mulini, 10 – 84017 Positano (SA)
Tel.: +39 089 875 964
Mail: info@lazagara.com
> Antica Dolceria Savoia
Ind.: Via Matteo Camera, 2 – 84011 Amalfi (SA)
Tel.: +39 089 871445
Mail: info@savoiapasticceria.it
Sfogliatella Santa Rosa: gli ingredienti.
La ‘Santa Rosa’ può essere considerata a tutti gli effetti la madre della sfogliatella napoletana più classica, per intenderci quella che è attualmente chiamata la ‘riccia’. Le due specialità hanno la medesima farcitura, ciò in cui la Santa Rosa si differenzia è l’uso di crema pasticcera, aggiunta con una saccapoche, e un dolce decoro realizzato con amarene sciroppate.
Impasto:
- Farina (meglio se manitoba);
- Strutto;
- Zucchero;
- Sale;
Crema pasticciera:
- Latte;
- Tuorli d’uova;
- Zucchero;
- Farina;
- Burro;
- Scorza di limone grattugiata;
Farcitura:
- Ricotta (vaccina);
- Semolino;
- Tuorlo d’uova;
- Canditi;
- Zucchero;
- Aromi naturali;
Decoro:
- Amarene sciroppate;
La preparazione della Satnta Rosa in video.
In questo video viene mostrata la preparazione della sfogliatella napoletana, la cosiddetta ‘riccia’. La sfogliatella Santa Rosa si distingue unicamente per l’aggiunta (da effettuare con una saccapoche) di crema pasticciera e amarene sciroppate.
(si ringrazia l’autore del video @italiasquisita )
Sfogliatella Santa Rosa: calorie.
Il quantitativo di calorie presenti in una sfogliatella Santa Rosa varia in base al peso. Cento grammi contengono in media 350 Kcal.
Il monastero di Santa Rosa.
Secondo la tradizione, la sfogliatella Santa Rosa fu inventata in un monastero della Costiera Amalfitana dal quale prese il nome. La struttura, edificata nel XVII secolo, nacque come convento Domenicano. Particolarmente suggestiva la sua posizione, a picco sullo splendido mare della Baia di Conca dei Marini. Attualmente l’edificio è adibito ad hotel di lusso (sito ufficiale).
La ‘ruota’.
Molte tra le più celebri specialità italiane sono frutto dell’ingegno delle monache, soprattutto quelle di clausura. Spesso, grazie alla vendita di queste squisite invenzioni, le religiose erano in grado di guadagnare qualche soldo. Non potendo avere contatti diretti con il mondo esterno, impiegavano la cosiddetta ‘ruota’: un meccanismo in legno che girando su se stesso, dava modo di effettuare lo scambio tra la merce ed il danaro senza la necessità di vedere la clientela.
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Occorre ricordare che un congegno molto simile, la ‘ruota degli esposti’, entrò in uso a partire dal XIII secolo per raccogliere in forma anonima i neonati abbandonati.
Sfogliatella Santa Rosa: gli abbinamenti.
Cosa accompagnare ad una deliziosa sfogliatella Santa Rosa? Le scelte possibili sono diverse, una delle migliori potrebbe essere un vino passito caratterizzato da una buona acidità.
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