Wasabi: Storia, Informazioni, Curiosità


Wasabi: storia, informazioni, curiosità

APPROFONDIAMO LA CONOSCENZA DEL WASABI, IL CELEBRE CONDIMENTO GIAPPONESE DALLA TIPICA COLORAZIONE VERDE. SCOPRIAMO COME SI PREPARA, LA SUA STORIA, I SUOI LUOGHI, LE SUE PROPRIETA’ E TANTE GUSTOSE CURIOSITA’!

Il ‘wasabi’ è senza dubbio una delle più celebri specialità della gastronomia giapponese: si tratta di una pasta morbida, di colore verde (più o meno acceso), che può vantare origini antichissime, spesso utilizzata per accompagnare il più tipico tra i piatti nipponici: il sushi. Questo condimento si distingue per una particolare piccantezza che, nonostante differisca da quella del peperoncino, non è meno temibile. Approfondiamo dunque la sua conoscenza, scoprendone la storia, la preparazione, le proprietà e tante inaspettate curiosità.


Wasabi: fuoco verde dal Giappone (cc-04; cc-08;)

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Cos’è il wasabi.

Con il termine ‘wasabi’ si è soliti indicare sia il celebre condimento giapponese di colore verde, spesso utilizzato per accompagnare il sushi, sia la pianta (appartenente alla famiglia delle ‘Brassicaceae’) con la quale questo condimento è preparato. La specialità si presenta in forma di pasta morbida, che al ristorante viene generalmente servita in una piccola ciotola o accanto al cibo.

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Le origini del wasabi.

I primi riferimenti scritti relativi al wasabi risalgono al 550 d.C. circa, nel pieno del periodo ‘Asuka’ (538 / 710): sono presenti su alcuni ‘mokkan’, tavolette in legno di forma rettangolare rinvenute in molti siti archeologici del Giappone. Il wasabi è citato nei ‘mokkan’ (cc-05) I mokkan altro non erano che ‘post-it’ ante litteram, contenendo un pò di tutto, dai promemoria (appunto), alle note spesa e perfino brevi poesie.
Altri rimandi di una certa importanza alla pianta si possono trovare nell’ ‘Honzowamyo’ (*1), enciclopedia medica del 923 che ne illustra le doti curative, e nell’ ‘Engishiki’, la più antica collezione di leggi e usanze nipponiche, che illustra come il wasabi, considerato il suo valore, potesse essere impiegato persino per pagare i tributi.
Lo shogun Tokugawa Ieyasu, grande amante del wasabi (img-01) Del resto, al tempo, il vegetale non veniva coltivato, ma era raccolto lungo i ruscelli di montagna dove cresceva allo stato selvatico, cosa che lo rendeva particolamente raro e prezioso.
Per assistere alla nascita delle prime piantagioni fu necessario attendere l’inizio del periodo ‘Edo’ (1603/1868): a tal proposito occorre ricordarare che il mitico Tokugawa Ieyasu (1543/1616), primo shogun e fondatore dello Shogunato Tokugawa, ne era talmente innamorato (*2) da imporre per legge che le sue colture fossero limitate alla regione di Shizuoka.
Pare che l’uso del wasabi per accompagnare il sushi risalga proprio alla fine del periodo Edo.
Col passare degli anni il suo consumo crebbe progressivamente, fino al vero e proprio boom commerciale degli anni ‘80 del XX secolo, quando la cucina giapponese divenne di gran moda nel mondo occidentale.

Note:
*1: ‘Honzowamyo’ (本草和名), enciclopedia medica compilata tra il 901 ed il 923 (periodo ‘Heian’) da Sukehito Fukane, medico di corte dell’imperatore Daigo;
*2: Forse perchè ne riconosceva le spicate doti medicinali, o forse perchè le sue foglie gli ricordavano quella della ‘Malvarosa’, presente nello stemma di famiglia;


Wasabi: la salsa (cc-01) Wasabi: la salsa (cc-01)

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Wasabi: la salsa.

Più che una ‘salsa’ vera e propria, il wasabi è una crema pastosa, preparata grattugiando la pianta omonima. Grazie al suo aroma e alla particolare piccantezza, è diventato uno degli ingredienti più tipici della cucina giapponese, usato, tra l’altro, per accompagnare il sushi ed il sashimi. In questo caso il wasabi viene fatto sciogliere nella salsa di soia, creando un composto in cui si intinge il pesce crudo.


Wasabi: come si fa? L'oroshigane (cc-06) Wasabi: come si fa? L'oroshigane (cc-06)

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Wasabi: come si fa?

Il wasabi ‘originale’ si prepara grattuggiando il ‘rizoma’ (ovvero il fusto sotterraneo) della pianta da cui prende il nome: per farlo, tradizione vuole che si utilizzi un ‘oroshigane’, ovvero un particolare tipo di grattugia dalla superficie in pelle di squalo (particolarmente abrasiva). La procedura va eseguita poco prima che la specialità venga servita, in quanto già dopo alcuni minuti le sue caratteristiche organolettiche iniziano a degradare.

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Wasabi: la pianta.

Wasabi: la pianta (cc-04)

Il ‘wasabi’ (‘Eutrema Japonicum’), la pianta con cui si produce l’omonimo condimento nipponico, appartiene alla famiglia delle ‘Brassicaceae’ (o ‘Crocifere’), la medesima del rafano, con il quale è chiaramente imparentata. ‘Eutrema Japonicum’, la pianta del wasabi (img-02) Per poter crescere al meglio richiede condizioni molto particolari, su tutte un clima freddo ed umido: caratteristiche ambientali che, guarda caso, si possono trovare lungo i ruscelli di montagna giapponesi, dove il vegetale si sviluppa allo stato selvatico. Da sempre necessità così stringenti ne rendono la coltivazione particolarmente difficoltosa, se poi si considerano fattori come la lentezza della maturazione del fusto (anche più di tre anni), la sua scarsa resistenza alle malattie e la necessità di una lavorazione manuale, capiamo come mai il wasabi abbia un prezzo elevato. Va infine ricordato che esistono diverse varietà (‘cultivar’) di questa specie botanica e che, attualmente, le più commercializzate sono la ‘Daruma’ (aromatica e di colore verde intenso) e la ‘Mazuma’ (piccante e di tonalità più chiara).


La coltivazione del wasabi (cc-07)


WebFoodCulture: le specialità più tipiche, i ristoranti e i produttori più tradizionali.

Le specialità più tipiche, i ristoranti e i produttori più tradizionali.


Wasabi e sushi. Wasabi e sushi.

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Il wasabi e il sushi.

Nel sushi preparato seguendo la tradizione, il wasabi è posto tra il riso ed il pesce crudo. Non di rado, soprattutto fuori dal Giappone, si preferisce scioglierlo nella salsa di soia, intingendo delicatamente il sushi in questo composto.
Lo stesso miscuglio viene utilizzato per accompagnare il ‘sashimi’.


Wasabi: le proprietà nutrizionali. Wasabi: le proprietà nutrizionali.

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Le proprietà nutrizionali.

Il wasabi contiene vitamina C e, in minore quantità, la A e la B. Sono presenti inolte ferro, zinco, calcio e potassio. Da sempre sono conosciute le sue propietà antibatteriche ed antisettiche. Secondo molti giapponsi ha effetti afrodisiaci. Recentemente si è scoperto che può prevenire alcune tipologie di tumore.


Wasabi: Dio del Vento Fujin (img-03)

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Dove è nato il wasabi?

La pianta del wasabi, con la quale si prepara il celebre condimento, da sempre cresce spontaneamente nelle zone montagnose giapponesi, lungo i numerosi ruscelli in cui scorre acqua fredda ed incontaminata. La sua coltivazione cominciò durante il periodo ‘Edo’ (1603 / 1868), principalmente nella regione di Shizuoka (penisola di Izu). Attualmente, tra le zone più vocate, ricordiamo la prefettura di Nagano, quella di Iwate e quella di Shimane.


WebFoodCulture: solo le specialità più tipiche e tradizionali.

SOLO LE SPECIALITA’ PIU’ TIPICHE E TRADIZIONALI

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Il wasabi è piccante?

Il wasabi è piccante, ma la sua piccantezza differisce da quella del peperoncino. Mentre quest’ultimo contiene la capsicina (*1), sostanza che stimola i recettori della bocca, la specialità giapponese contiene isotiocianato di allile, che sollecita quelli del naso, portando spesso alla lacrimazione: effetto che spiega il suo soprannome ‘namida’ (‘lacrima’, appunto).
Continua.

Occorre aggiungere che il ‘fuoco’ cusato dal peperoncino può ardere per diversi minuti, quello del wasabi generalmente dura una manciata di secondi.

Nota:
*1: La scala ‘Scoville’ misura la piccantezza delle varie tipologie di peperoncino basandosi sul rispettivo contenuto di capsicina. Il wasabi, essendo privo di questa sostanza, è escluso dalla graduatoria.

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Musica tradizionale giapponese.

Musica tradizionale giapponese per accompagnare la lettura di quest’articolo:

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Il wasabi è rafano?

Nonostante il rafano sia ampiamente utilizzato per produrre gran parte della salsa wasabi in commercio (o, meglio, del suo succedaneo), NON si tratta di wasabi. Va comunque detto che entrambe le piante fanno parte della medesima famiglia botanica: le ‘Brassicaceae’ (o ‘Crocifere’).

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Il film.

Forse non tutti sanno che ‘Wasabi’ è il nome di uno dei più celebri film del regista francese Luc Besson (2001). Famoso il siparietto in cui il protagonista, interpretato da uno strepitoso Jean Reno, riesce ad ingerire una grossa porzione della specialità giapponese senza alcun apparente effetto: ciò spinge il suo commensale ad imitarlo, con gli ovvi, tragicomici effetti.




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img-01 (*) – Ritratto di Tokugawa Ieyasu, XVII Sec., Kanō Tan’yū (Wikipedia Link) {PD-Art} {PD-US}
img-02 (*) – Wasabi, Iwasaki Kanen, 1828 (Wikipedia Link) {PD-Art} {PD-US}
img-03 (*) – Dio del Vento Fujin, Ogata Korin, XVII Sec. (Wikipedia Link) {PD-Art} {PD-US}
img-04 (*) – Raphanus raphanistrum, Johann Georg Sturm, 1796 (Wikipedia Link)

cc-01 – Pasta di wasabi, immagine appartenente a publicdomainq.net (Wikipedia Link)

cc-02 – Fiore del wasabi, immagine appartenente a Nagarazoku (Wikipedia Link)
cc-03 – Jean Reno e Juliette Binoche, immagine appartenente a Nikita~commonswiki (Wikipedia Link)

cc-04 – Daio Wasabi, Azumino, Prefettura di Nagano, Giappone, immagine appartenente a 663highland (Wikipedia Link)
cc-05 – Tavoletta in legno ‘Mokkan’, immagine appartenente a さぱしあ (Wikipedia Link)
cc-06 – Wasabi e Oroshigane, immagine appartenente a Chris 73 (Wikipedia Link)
cc-07 – 山葵田 Piantagione di Wasabi, immagine appartenente a Lienyuan Lee (Wikipedia Link)

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img-01 (*) – Ritratto di Tokugawa Ieyasu, XVII Sec., Kanō Tan’yū (Wikipedia Link) {PD-Art} {PD-US}
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cc-04 – Daio Wasabi, Azumino, Prefettura di Nagano, Giappone, immagine appartenente a 663highland (Wikipedia Link)

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(**) Immagine dichiarata di pubblico dominio dall’autore.