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Autore: Antonio Maria Guerra
Vino Prosecco
STORIA, LUOGHI, INFORMAZIONI, CURIOSITA’
Il vino Prosecco è senza dubbio uno dei vini italiani più conosciuti ed apprezzati nel mondo. Tanta fama è dovuta alla sua estrema piacevolezza e versatilità: caratteristiche che in pochi anni hanno portato a un vero e proprio boom delle vendite. Scopriamo dunque la storia di questo grande prodotto, le terre incantevoli dove crescono le sue viti, oltre a un gran numero di stuzzicanti curiosità.
La storia del vino Prosecco.
Come spesso accade quando si ha a che fare con specialità enogastronomiche italiane, alcuni studiosi fanno risalire le origini del Prosecco al periodo di Roma antica. Occorre sottolineare che, per quanto fondata, si tratta comunque di un’ipotesi (*1), secondo cui l’antenato di questo vino sarebbe il cosiddetto ‘Pucino’, descritto da Plinio il Vecchio (*2) nel suo trattato ‘Naturalis historia’. Il ‘vinum Pucinum’ veniva considerato al tempo dell’Impero una vera e propria prelibatezza ed era sommamente apprezzato dalle più eminenti personalità (*3), che gli attribuivano doti medicinali, fino a ritenerlo un vero e proprio elisir di lunga vita.
Una possibile prova dello stretto legame tra il Pucino ed il Prosecco, è contenuta negli appunti di viaggio di un gentiluomo inglese, Fynes Moryson, che nel 1593 scriveva:
“Histria is devided into Forum Julii, and Histria, properly so called (…). Here growes the wine Pucinum, now called Prosecho, much celebrated by Pliny”
(“L’Histria è divisa tra il Forum Julii, e l’Histria propriamente detta (…). Qui cresce il vino Pucinum, ora chiamato Prosecho, assai celebrato da Plinio”)
Documento estremamente utile, perchè oltre a contenere la preziosa testimonianza, suggerisce anche la zona in cui, presumibilmente, il Prosecco iniziò ad essere prodotto. Una zona al cui cuore si trova un luogo di fondamentale importanza nella storia di questo vino, vale dire il ‘Castello di Prosecco’ (*4), fortilizio del 1200 che non a caso, in base a quanto già detto, molti esperti identificano con il ‘castellum nobile vino Pucinum’ di epoca classica.
Note:
*1: Alcune fonti autorevoli suggeriscono che il ‘Pucino’ possa essere l’antenato della Ribolla Gialla anzicchè del Prosecco;
*2: Plinio il Vecchio fu comandante militare, scrittore, filosofo naturalista e governatore romano nel I secolo d.C.;
*3: Compresa a quanto pare Livia Drusilla, moglie dell’Imperatore Augusto;
*4: Il castello è conosciuto anche come ‘Torre di Prosecco’ o ‘Castello di Moncolano’ (maggiori informazioni). Si trova a poca distanza dal quartiere ‘Prosecco’ del Comune di Trieste.
In quest’articolo viene spiegato in dettaglio il metodo di produzione attualmente impiegato per il vino Prosecco. Per accedere ai contenuti cliccare questo LINK.
Vino Prosecco
I PRODUTTORI PIU' TRADIZIONALI
Quest’articolo è frutto della collaborazione tra WebFoodCulture, il Consorzio Asolo Prosecco ed il Consorzio Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, organizzazioni che riuniscono i produttori più tradizionali del vino Prosecco.
Prosecco, le origini del nome.
La prima testimonianza scritta relativa all’uso del termine ‘Prosecco’ risale al 1593 ed è contenuta proprio nel taccuino di viaggio di cui si è parlato nel precedente paragrafo. L’autore, Fynes Moryson, cita esplicitamente il ‘Prosecho’, vino originario della zona nord-orientale della penisola italiana. Leggendo questi appunti è curioso notare che il Prosecco godesse di grande fama già al tempo dell’autore, che lo accomuna ad altri prodotti di eccellenza quali, ad esempio, la Vernaccia (‘vernazza’), il Moscato (‘muscadine’) e il Lacryma Christi (‘lagrima di Christo’).
Un’altra preziosa testimonianza è contenuta in un poemetto pubblicato a Venezia nel 1754: si tratta del ‘Roccolo Ditirambo’, composto dal letterato Aureliano Acanti (*1). A seguire un breve passaggio particolarmente significativo:
“Ed or ora immolarmi voglio il becco con quel melaromatico Prosecco di Monteberico quello perfetto Prosecco eletto ci dà lo splendido nostro canonico.”
Oltre all’esplicito riferimento al ‘Prosecco’, questo passaggio è interessante perchè indica con chiarezza che nel XVIII secolo il vino era prodotto con grande successo sui Colli Berici (“perfetto Prosecco eletto”), in prossimità della città di Vicenza.
Note:
*1: Anagramma del nome originale Valeriano Acanti.
Il grande successo del Prosecco.
Il grande successo a livello internazionale del Prosecco è iniziato a partire dagli anni ’90 del secolo scorso. Tra il 2013 ed il 2014 è avvenuto il fatidico sorpasso nei confronti dello Champagne in termini di bottiglie vendute. Non è dunque un caso che, ancora oggi, la tipologia più apprezzata sia lo spumante.
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Il Prosecco muove un enorme giro di affari che vede coinvolte centinaia di cantine e migliaia di coltivatori, sparsi in nove province tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia. A parte l’Italia, i mercati di riferimento per le esportazioni sono il Regno Unito, gli Stati Uniti e la Germania. E’ curioso constatare che la nazione in cui si assiste al maggior incremento in termini di consumo sia la Francia. Il successo di questo vino va in gran parte imputato al suo incredibile rapporto qualità / prezzo, una caratteristica che rende il suo primato molto difficile da battere.
“ED OR ORA IMMOLARMI VOGLIO IL BECCO CON QUEL MELAROMATICO PROSECCO (…)”
(Aureliano Acanti)
Il vino Prosecco Superiore DOCG.
Le denominazioni DOC e DOCG furono adottate dallo Stato Italiano per certificare la qualità dei migliori vini prodotti sul suo territorio (*1), proteggendoli al contempo da possibili imitazioni (*2). Il 17 Luglio del 2009, grazie a un decreto, avvenne il riconoscimento della DOC ‘Prosecco’ e delle DOCG: ‘Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG’ (*3) ed ‘Asolo Prosecco Superiore DOCG’. Ciò rappresentò il culmine di un processo durato molti anni ed ufficializzò l’enorme successo riscosso dal Prosecco sia a livello nazionale che internazionale.
Conegliano-Valdobbiadene DOCG
Il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene rappresenta senza dubbio la massima espressione di questo vino. Il merito principale di una così grande qualità va assegnato al territorio in cui crescono le sue uve: un vero e proprio gioiello, situato tra la città e Venezia e le Dolomiti. Grazie all’ostinata opera dell’uomo, nel corso dei secoli le affascinanti colline che ne caratterizzano il paesaggio sono state rese adatte alla coltivazione della vite (*4). Uno sforzo immane che ha senza dubbio dato i suoi frutti, dal momento che in questa zona il Glera trova il suo habitat ideale (*5).
Asolo DOCG
Le colline di Asolo e del Montello, poco distanti dal complesso delle Dolomiti, sono la patria del Prosecco di Asolo DOCG. Si tratta di rilievi la cui altitudine varia tra i 100 e i 450 metri sul livello del mare. L’area di produzione delle uve comprende ben 19 Comuni, situati intorno al paese di Asolo. Il terreno di questa zona dona alle piante del Glera (*5) un buon apporto di minerali, la sua pendenza permette inoltre all’acqua in eccesso di defluire. Il risultato finale è un vino elegante e delicato, caratterizzato da un buon equilibrio tra zuccheri ed acidi, un gusto morbido ed un profumo floreale e fruttato.
Note:
*1; In seguito all’adozione e al rispetto di specifici disciplinari di produzione;
*2: Maggiori informazioni sulle denominazioni DOC e DOCG sono presenti nell’articolo ad esse dedicato: ‘I vini DOC e DOCG italiani.’;
*3: Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco aveva già ottenuto la DOC nel 1969.
*4: Grazie ai terrazzamenti di cui si parla più estesamente in un altro paragrafo di quest’articolo;
*5: Il vitigno da cui nasce il Prosecco;
Vino Prosecco vs. Champagne.
Nonostante molti pensino che l’italianissimo Prosecco e lo Champagne francese siano eccellenze in eterna competizione tra loro, ciò non risponde al vero, in quanto si tratta di due vini completamente diversi.
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Ognuno di essi ha infatti le proprie specifiche caratteristiche impossibili da comparare.
Ad esempio, lo Champagne è in genere più strutturato del Prosecco, mentre quest’ultimo trova proprio nella facilità di beva ed nell’immediata piacevolezza i suoi massimi pregi.
Cartizze e Prosecco Superiore Rive: il ‘meglio del meglio’.
Esistono due particolari selezioni di Prosecco che, in un certo senso, possono essere considerate il ‘meglio del meglio’ di questo vino. Vale a dire il ‘Cartizze’ e il ‘Prosecco Superiore Rive’.
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Il ‘Prosecco Superiore Rive’:
La parola ‘rive’ indica i pendii più scoscesi delle colline di Conegliano Valdobbiadene: luoghi impervi, in cui lavorare è un’impresa eroica. Ma allora, perchè affaticarsi tanto nel coltivarli? La risposta è semplice: si tratta dei terreni in cui il glera è in grado di esprimersi al meglio. La particolare natura del suolo, i benefici dell’altitudine e l’esposizione invidiabile, fanno sì che questo vitigno produca uve di eccellenza, da cui nasce un vino assolutamente inimitabile (*1).
Va infine ricordato che i ‘Rive’ possono essere solo spumanti.
Il ‘Cartizze’:
Non c’è dubbio che il ‘Valdobbiadene Superiore di Cartizze’ sia molto speciale. Le sue uve nascono in un’area dalle dimensioni estremamente ridotte: poco più di 100 ettari nei pressi del Comune di Valdobbiadene. Terreni difficili, situati sui versanti più scoscesi delle colline di Santo Stefano, Saccol e San Pietro di Barbozza, resi unici da un microclima particolarmente adatto alla vite e da un suolo che, nel lontano passato, faceva parte del fondale marino. Il risultato finale è uno spumante di eccellenza, le cui doti sono riconosciute da estimatori di tutto il mondo.
Nota:
*1: Non a caso, un Prosecco ‘Rive’, per poter essere definito tale, deve essere conforme a regole molto più stringenti rispetto a un ‘normale’ Prosecco Superiore. Regole quali la raccolta, che va eseguita rigorosamente a mano, i quantitativi massimi di produzione e la precisa indicazione della località di origine.
Prosecco nello ‘Spritz’.
Il Prosecco è un vino estremamente versatile. Non stupisce quindi che venga utilizzato per preparare numerosi tipi di cocktail, tra i quali il celebre ‘Spritz.
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A questa specialità abbiamo dedicato un apposito articolo). I suoi ingredienti sono:
- Prosecco;
- Aperol / Campari;
- Soda / seltz;
Dove viene prodotto il vino Prosecco?
Al giorno d’oggi l’ottanta per cento del Prosecco bevuto in Italia e nel resto del mondo è prodotto in Veneto, il restante venti nel Friuli-Venezia Giulia.
Secondo il disciplinare del Prosecco DOC (*1), è obbligatorio coltivare le sue uve in questi territori. Nel tempo, alcune specifiche zone si sono distinte perchè in grado di esprimere un vino dalle qualità di particolare eccellenza, premiato infatti con la denominazione DOCG: si tratta delle splendide colline di Asolo e quelle di Conegliano-Valdobbiadene, in provincia di Treviso.
Note:
*1: Curiosità: quella del Prosecco è la DOC territorialmente più estesa d’Italia.
La strada del vino Prosecco.
La ‘strada del Prosecco’, il più antico itinerario enologico italiano, nasce nel 1966 e si sviluppa nel tempo fino a raggiungere gli attuali 120 chilometri. E’ composto da una serie di percorsi che attraversano la zona collinare attorno ai paesi di Valdobbiadene e Conegliano, offrendo scorci estremamente suggestivi. Luoghi incantati, in cui il mondo del vino incontra la storia e la cultura.
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Splendidi vigneti sono impreziositi da antichi eremi, borghi medioevali, ville e castelli. Anche il gusto ha la sua parte, grazie a ristoranti in cui è possibile assaggiare le specialità più tipiche della zona.
I paesaggi del vino Prosecco Superiore DOCG.
Le viti da cui nasce il Prosecco Superiore DOCG fanno spesso parte di paesaggi tanto unici da aver meritato più di un riconoscimento a livello internazionale, non ultima la recente iscrizione delle colline di Conegliano Valdobbiadene nel ‘Patrimonio dell’Umanità’. A tal proposito, è quasi inutile sottolineare che le colline asolane sono altrettanto pregevoli.
Le colline di Conegliano Valdobbiadene patrimonio dell’UNESCO.
Nel Luglio del 2019 i 21 stati che compongono il Comitato Unesco hanno deciso unanimamente di nominare la zona compresa tra i comuni italiani di Conegliano e Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità.
Si tratta di un territorio di 97 chilometri quadrati, in cui cultura e paesaggio trovano un felice connubio.
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Un vero tesoro, fortemente caratterizzato dalla presenza di interminabili filari che, come un prezioso diadema, circondano i ripidi pendii delle colline.
Non a caso, è proprio da questi filari che nasce uno dei vini più rinomati al mondo: il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG.
Le terrazze del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene.
Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG deve molto in termini qualitativi alla morfologia del territorio in cui crescono le sue viti: un territorio collinare, caratterizzato da versanti spesso molto ripidi che, pur offrendo suoli ben esposti e drenati, sono oggettivamente difficili da lavorare. Per ovviare almeno in parte a questo problema, nel corso dei secoli la gente del luogo ha modificato questi pendii grazie all’impiego di un particolare tipo di terrazzamento, il ‘ciglione’, che si distingue per l’uso di terra inerbita al posto dei classici muretti contenitivi in pietra. Inutile dire che questa scelta, oltre a rendere possibile la coltivazione (*1), ha contribuito alla nascita di un paesaggio mozzafiato, unico al mondo.
Note:
*1: Coltivazione che non di rado rimane molto difficile, tanto da essere definita ‘eroica’, in virtù dell’estremo impegno richiesto ai contadini.
Consorzio Asolo Prosecco
Sito ufficiale: www.asolomontello.it
Mail: info@asolomontello.it
Tel.: +39 331 5730216
Consorzio Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco
Sito ufficiale: www.prosecco.it
Mail: info@prosecco.it
Tel.: +39 0438 83028
Informazioni sul copyright.
Le immagini presenti in questa pagina sono proprietà di WebFoodCulture, del Consorzio Asolo Prosecco (pubblicate per gentile concessione) e del Consorzio Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco, eccetto le seguenti:
Imagini di Pubblico Dominio:
- Pagina della ‘Naturalis historia’, edizione pubblicata a Venezia, 1469 (Wikipedia Link) {PD-Art} {PD-US}
- Livia Drusilla, Fould Collection, foto di Marie-Lan Nguyen (Wikipedia Link) {PD-Art} {PD-US}
- Logo UNESCO (Wikipedia Link)
Immagini Creative Commons:
- Copertina dell’opera ‘Il Roccolo Ditirambo’, 1754, immagine appartenente a Sinf1226 (Wikipedia Link)