Pubblicato:
Autore: Antonio Maria Guerra
Brunello di Montalcino
STORIA, LUOGHI, INFORMAZIONI, CURIOSITA’
Il Brunello di Montalcino, uno dei portabandiera della tradizione enologica italiana, nasce in Toscana, nel territorio del Comune di Montalcino, poco distante dalla città di Siena. Un vino rosso di grande struttura ed eleganza, che non ha paura dello scorrere del tempo. Scopriamo la sua storia ed un gran numero di interessanti curiosità, approfittando della collaborazione dei produttori più tradizionali.
Cos’è il Brunello di Montalcino?
Il Brunello di Montalcino è senza ombra di dubbio uno dei vini più rappresentativi dell’enologia italiana nel mondo. Si tratta di un rosso, prodotto esclusivamente nel territorio del paese toscano di Montalcino con una particolare varietà del vitigno Sangiovese, il ‘Sangiovese Grosso’. E’ dotato di grande eleganza, struttura ed equilibrio: caratteristiche che vengono ulteriormente esaltate da un invecchiamento che può protrarsi per decenni. Nel corso del tempo questa specialità, grazie al suo indiscutibile pregio ed incredibile fascino, è diventata un simbolo di eccellenza, considerata da molti estimatori una vera e propria opera d’arte.
In quest’articolo viene spiegato in dettaglio il metodo di produzione attualmente impiegato per il Brunello di Montalcino. E’ possibile accedere ai contenuti cliccando questo LINK.
La Storia del Brunello di Montalcino.
La storia del ‘Brunello di Montalcino’, specialità enologica tanto conosciuta ed apprezzata, è strettamente legata alle campagne che circondano il paese di Montalcino. Si tratta di una zona celebre fin dal lontano passato per la qualità del suo vino, gli storici sostengono che sia possibile risalire quantomeno all’epoca etrusca.
Nel Medioevo questa fama crebbe ulteriormente, anche grazie al gran numero di viandanti che percorrevano la poco distante via Francigena per recarsi a Roma.
Non mancano citazioni storiche di grande interesse come, ad esempio, quella risalente al 1553, secondo la quale al condottiero francese Blaise de Montluc (*1) e ai suoi armigeri, impegnati nella difesa della rocca del borgo (*2), “si arrubinava il volto con il rosso vino”. Più o meno nello stesso periodo, lo studioso bolognese Leandro Alberti (*3) definiva questo territorio “molto nominato per li buoni vini che si cavano da quelli ameni colli”. L’elenco dei riferimenti potrebbe protrarsi a lungo.
E’ comunque importante sottolineare che, nonostante si possa pensare il contrario, almeno fino agli inizi dell’800, tra tutte le varietà prodotte a Montalcino, non fu un vino rosso ad essere il più apprezzato, ma un bianco dolce, il cosiddetto ‘Moscadello’ (*4).
Continua
Per assistere alla nascita del ‘Brunello’, fu necessario attendere la seconda metà dello stesso secolo, quando cominciarono i primi esperimenti volti a vinificare in purezza il Sangiovese (*5). In tale contesto, si distinsero gli sforzi di Clemente Santi, un farmacista del luogo, grande appassionato di viticoltura, che scommise sulle caratteristiche di una particolare varietà, il Sangiovese Grosso, sia in termini di corposità che di prospettiva di invecchiamento.
Nel 1869, il ‘vino rosso scelto (brunello)’(*6) del quale andava tanto orgoglioso, ottenne il suo primo riconoscimento ufficiale, vale a dire una medaglia presso la Esposizione Agraria di Montepulciano. A questo premio ne sarebbero seguiti molti altri, persino in Francia.
Il periodo a cavallo tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima del Novecento fu tutt’altro che facile a causa del diffondersi della Filossera e della Peronospera nel continente europeo e la conseguente decimazione delle vigne. Fu Ferruccio Biondi Santi, nipote di Clemente, a credere ancora una volta nella resilienza e nel vigore del Sangiovese, perseverando, nonostante tutto, in quella che era ormai diventata la tradizione di famiglia. Sempre grazie a lui, per la prima volta venne stampato il nome completo ‘Brunello di Montalcino’ (con la ‘B’ maiuscola), sull’etichetta di una bottiglia (*7).
Lo scoppio dei due conflitti mondiali fu, per forza di cose, di notevole impedimento alla produzione enologica nel continente, anche se va ricordato che nel 1931, a cavallo quindi delle due guerre, la ‘Fattoria dei Barbi’ iniziò a commercializzare il suo Brunello per corrispondenza.
A partire dagli anni ‘50, soprattutto grazie alla tenacia delle aziende produttrici, la notorietà del vino tornò progressivamente a crescere, sia in Italia che all’estero. La Consacrazione ufficiale avvenne nel 1980, con l’assegnazione della Denominazione DOCG (*8). Nel 1999, la celebre rivista americana Wine Spectator, inserì il Brunello di Montalcino tra i 12 vini più pregiati del ventesimo secolo. Nel 2006, la stessa rivista lo incoronò il migliore al mondo (*9).
Note:
*1: Blaise de Montluc, nobile condottiero francese anche conosciuto come Biagio di Monluc (maggiori informazioni);
*2: Fortezza considerata al tempo (e a ragione), pressocchè inespugnabile;
*3: Leandro Alberti, storico, teologo e filosofo originario della città di Bologna (maggiori informazioni);
*4: Si tratta di un vino moscato, ancora oggi presente in commercio, prodotto in provincia di Siena e particolarmente nel Comune di Moltalcino;
*5: In ‘purezza’, vale a dire 100% Sangiovese;
*6: Fu la prima volta che il nome ‘brunello’ fece la sua comparsa in un documento ufficiale;
*7: Si trattava delle bottiglie appartenenti alla prima annata della Biondi Santi, quella del 1888;
*8: Il Brunello di Montalcino è una delle prime due DOCG italiane;
*9: Brunello di Montalcino ‘Tenuta Nuova’ del 2001.
Brunello di Montalcino
I PRODUTTORI PIU’ TRADIZIONALI
Quest’articolo è il frutto della collaborazione con il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino e la Biondi-Santi, organizzazioni che riuniscono i produttori più tradizionali del celebre vino.
Montalcino, la patria del Brunello.
Il ‘Brunello’ nasce in Toscana, a una quarantina di chilometri dalla città di Siena, su una collina isolata della Val D’Orcia: la collina di Montalcino. Un luogo di grande fascino, che può vantare scorci unici, quasi fiabeschi, non a caso riconosciuto Patrimonio Mondiale dall’UNESCO (2004).
Continua
La zona di produzione, corrispondente ai confini storici del Comune, è delimitata da tre fiumi: l’Asso, l’Orcia e l’Ombrone.
Brunello, cento anni e non sentirli.
Due tra gli elementi che maggiormente caratterizzano il Brunello di Montalcino, vale a dire l’acidità e la tannicità, contribuiscono a donargli una vita lunghissima. Anni ed anni di invecchiamento, lungi dal rovinarne il gusto, lo ammorbidiscono e lo esaltano.
Continua
Basti pensare che, nel 1994, Franco Biondi Santi organizzò, alla presenza di numerosi ‘addetti ai lavori’ (sommelier, enologi e giornalisti), una verticale che comprendeva la celebre prima annata, quella del 1888: ebbene, dopo più di un secolo in cantina, questo Brunello risultò essere più che godibile.
Il nome di Montalcino.
Il nome del paese di Montalcino deriverebbe dalla composizione di due parole latine: alcuni studiosi ipotizzano che queste siano ‘mons’ (monte) e Lucinus (da ‘Lucina’, ovvero la dea romana Giunone). Altri sostengono invece che possano essere ‘mons’ (monte) e ‘ilcinus’ (leccio).
Continua
Questa seconda teoria sembrerebbe la più probabile, considerato che ancora oggi, lo stemma del Comune di Montalcino raffigura proprio un leccio. Una curiosità: gli abitanti del paese si chiamano ‘Ilcinesi’.
Il Brunello Buondi Santi in video.
In questo breve video, assolutamente imperdibile Franco Biondi Santi racconta il Brunello di Montalcino a partire dall’invezione, opera di suo nonno, Clemente Santi.
Brunello di Montalcino: annata 1888.
Il Brunello di Montalcino è un vino che, grazie alle sue peculiari caratteristiche, è in grado di affrontare senza timori il passare degli anni, affinando la sua eleganza con il progressivo invecchiamento. Questa premessa è necessaria per comprendere appieno il fascino delle due bottiglie di Brunello, annata 1888 (*1), che sono ancora oggi gelosamente conservate nella ‘Storica’, la cantina dei prodotti Riserva Biondi-Santi (*2).
Note:
*1: Storica prima annata della Biondi-Santi.
*2: La cantina conserva le bottiglie appartenenti a tutte le annate del Brunello di Montalcino Riserva Biondi-Santi.
Prima del Brunello, il Moscadello.
Molto prima che il Brunello raggiungesse la fama internazionale di cui gode oggigiorno, un altro vino di Montalcino godeva di grande celebrità: il Moscadello.
Continua
Un vino bianco, dolce, dai riflessi dorati, già apprezzato in epoca rinascimentale e ancora oggi commercializzato.
Ferruccio Biondi Santi, Garibaldi ed il Brunello.
Forse non tutti sanno che Ferruccio Biondi Santi, senza dubbio uno dei personaggi più importanti nella storia del Brunello di Montalcino, combattè (e vinse) ai comandi di Giuseppe Garibaldi nella battaglia di Bezecca (1866).
Continua
Una curiosità che, indubbiamente, arricchisce di ulteriore fascino colui che, nel 1932, venne di fatto dichiarato dal Ministero dell’Agricoltura italiano l’inventore del celebre vino (“ … una recente creazione del Dott. Ferruccio Biondi Santi di Montalcino.”).
I Colombini, la Fattoria dei Barbi ed il Brunello.
Tra le famiglie che hanno maggiormente contribuito a rendere il Brunello di Montalcino il prodotto d’eccellenza che al giorno d’oggi tutti conosciamo, oltre ai Biondi Santi, occorre ricordare quella dei Colombini, proprietari dell’azienda ‘Fattoria dei Barbi’.
Continua
Un suo membro, Giovanni Colombini (classe 1906), diede impulso alla commercializzazione di questo grande vino in Italia e all’estero, servendosi anche della vendita per corrispondenza, attività di cui fu pioniere nei primi anni ‘30 del ventesimo secolo. Fu inoltre il primo a comprendere l’importanza del ‘turismo enologico’, permettendo l’accesso di visitatori alla sua cantina.
I produttori del Brunello: contatti.
Consorzio del Vino Brunello di Montalcino
Indirizzo: Via Boldrini, 10, 53024 Montalcino (Siena) – ITALIA
Sito ufficiale: Cliccare qui.
Mail: Cliccare qui.
Tel.: +39 0577 848246
FAX: +39 0577 849425
Biondi-Santi.
Indirizzo: Villa Greppo, 183, 53024 Montalcino (Siena) – ITALIA
Sito ufficiale: www.biondisanti.it
Mail: biondisanti@biondisanti.it
Tel.: +39 0577 848023
FAX: +39 0577 849396
Informazioni sul copyright.
Le immagini presenti in questa pagina sono di proprietà di WebFoodCulture, del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino e della Biondi-Santi S.p.a.