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Autore: Antonio Maria Guerra
Casatiello Napoletano
STORIA, LUOGHI, INFORMAZIONI, CURIOSITA’
Il Casatiello napoletano è una di quelle specialità che nel corso delle festività pasquali non può mancare sulle tavole dei partenopei: non stupisce quindi che sia ricco di riferimenti simbolici alla religione. Come la maggior parte delle prelibatezze partenopee, anche questo lievitato ha pochi, semplici ingredienti: la loro combinazione dà vita ad una prelibatezza che è più della somma delle sue parti, riassumendo lo spirito della cultura gastronomica all’ombra del Vesuvio.
Casatiello: cos'è?
Il Casatiello è la più classica delle torte salate appartenenti alla tradizione culinaria partenopea, tipicamente servita nel corso delle pantagrueliche libagioni del periodo pasquale. Preparato con un impasto molto simile a quello del pane, arricchito con strutto ed imbottito con un mix di formaggi e salumi, si distingue per la tipica forma a ciambella, sormontata da una serie di uova intere incastonate sulla superficie. Il suo gusto è al contempo semplice e coinvolgente. A Napoli questa specialità, ricca di riferimenti religiosi, è anche simbolo di tradizione familiare e convivialità.
Dove comprare il Casatiello a Napoli?
Di seguito una listra delle rosticcerie napoletane più tradizionali dove acquistare il Casatiello:
Panificio Coppola
Ind.: Via Pignasecca, 35 (Napoli)
Tel.: +39 081 5520299- Panificio Rescigno
Ind.: Via Domenico Cirillo, 74 (Napoli)
Tel.: +39 081/3723449
Continua
Bar Augustus
Ind.: Via Toledo, 147 (Napoli)
Tel.: +39 081 5513540Antico Panificio Ciro Pace
Ind.: Via Nazionale, 84 (Napoli)
Tel.: +39 081 268547Pasticceria Ranaldi
Ind.: Vico Lungo Gelso, 97 (Napoli)
Tel.: +39 081 400773
Casatiello: le origini.
Assaporando una fetta di Casatiello è possibile comprenderne, almeno in parte, le origini: la specialità è caratterizzata infatti da un gusto semplice, ma al contempo ricco, corposo e coinvolgente, che tradisce uno stretto legame con la cultura contadina. Cultura in cui, da sempre, nulla deve essere sprecato e ciò, anziché limitare, spinge all’invenzione di ricette sempre nuove.
Dal canto loro, gli storici non riescono ad individuare con certezza la data di nascita di questa torta salata, il cui antenato potrebbe risalire all’epoca classica, quando gli antichi romani mangiavano il cosiddetto panis adipatus: una focaccia arricchita con lardo di maiale.
Sappiamo per certo che una delle primissime testimonianze scritte relative al Casatiello è del ‘600: si tratta di una favola popolare, la ‘Gatta Cenerentola’ (*1), scritta dal napoletanissimo Giambattista Basile, in cui l’autore, tratteggiando un sontuoso banchetto, fa riferimento ad un gran numero di ‘casatielle’ (*2).
Con il passare del tempo la gustosa prelibatezza si legò sempre più alla Pasqua, finendo col rifletterne la simbologia in particolari che vanno dalla forma alla presenza delle uova.
La modernità ed il passaggio delle mode sembrano non aver scalfito ciò che, nei secoli, è diventato un must della tradizione culinaria nella ‘città del sole’.
Note:
*1: A tutti gli effetti antesignana dei celebri racconti di Hans Christian Andersen e dei fratelli Grimm.
*2: Si riporta per interi il passaggio che include la citazione: “E, venuto lo juorno destinato, oh bene mio: che mazzecatorio e che bazzara che se facette! Da dove vennero tante pastiere e casatielle?”
Napoli, la città del Casatiello.
Una delle maggiori attrattive di Napoli è senza dubbio la sua cultura, che affonda le radici in un lontano passato, quando la città si chiamava Neapolis ed era una delle più fiorenti colonie della Magna Grecia. La tradizione culinaria partenopea è il frutto di questo enorme patrimonio di conoscenza: tra le sue gemme più brillanti c’è sicuramente il Casatiello, specialità che riesce a rappresentare, grazie al suo gusto, lo spirito allegro, conviviale ed accogliente che caratterizza la gente del luogo.
Casatiello: ricetta originale (cenni)
Il Casatiello napoletano altro non è che un pane farcito con un mix di pochi ingredienti, particolarmente ricchi di sapore, la cui combinazione gli conferisce il gusto per cui è diventato famoso. Scopriamo, in breve, i passaggi necessari alla preparazione della specialità:
1) Si mescolano farina, acqua, strutto, lievito di birra, sale e pepe, fino ad ottenere un impasto omogeneo ed elastico;
2) Segue la fase della lievitazione, grazie alla quale l’impasto cresce di volume;
3) Finché la lievitazione non è completa, si realizza il ripieno, che sarà composto da salame tipo ‘Napoli’, provolone (entrambi a dadini) e pecorino (grattugiato);
4) Terminata la lievitazione, l’impasto viene steso e farcito con il ripieno appena realizzato, per poi essere arrotolato su sé stesso;
5) Il rotolo viene quindi posto in una teglia che abbia la tipica forma a ciambella;
6) Si sistemano delle uova (crude) sulla superficie dell’impasto, distanziandole l’una dall’altra;
7) Sopra ognuna delle uova si fissa una coppia di striscioline, realizzate con l’impasto, che vanno disposte a croce;
8) Il procedimento termina con la cottura che deve avvenire in forno ad una temperatura di 180°/200° circa;
Per informazioni più dettagliate sul procedimento, preghiamo il lettore di visitare uno dei tanti siti dedicati all’illustrazione delle ricette.
Le origini del nome ‘Casatiello’.
Tra le diverse ipotesi relative alle origini del nome ‘casatiello’, quella attualmente più in voga lo fa derivare dalla parola latina ‘caseus’ che, tradotta in italiano, significa ‘formaggio’. Non è un caso che quest’ultimo sia tra i principali ingredienti della specialità.
Il Casatiello ‘stracciato’.
La ricetta del casatiello ‘stracciato’ è la medesima: ciò che cambia è che gli ingredienti di cui è composta la farcitura, anziché essere arrotolati all’interno dell’impasto, rimanendo in questo modo ‘raggruppati’, sono mescolati all’impasto stesso al momento della sua preparazione: ciò porta a una loro distribuzione molto più uniforme.
Simbologia religiosa nel Casatiello napoletano.
A Napoli, il Casatiello è una delle specialità pasquali per eccellenza, servita nel corso dei lauti pasti che costellano questa festività. Non deve quindi stupire che sia ricco di riferimenti simbolici di tipo religioso, tra i quali ricordiamo:
Le uova: la presenza delle uova, incastonate come gioielli sulla superficie della specialità, rimanda a temi cari al Cristianesimo, vale a dire la resurrezione e la conseguente vita dopo la morte;
La croce: le striscioline poste sopra le uova rimandano alla forma della croce;
L’anello: la forma circolare del casatiello, a ‘ciambella’ appunto, rimanda ad un’idea di infinito, inteso come vita eterna;
La farcitura: la ricchezza ed il gusto della farcitura rimandano ad un’idea di abbondanza e prosperità;
Il lievito: l’uso del lievito, evidenziato dalla crescita dell’impasto, rimanda ad un’idea di progresso spirituale e di graduale trasformazione;
Panino napoletano: il Casatiello diventa street food.
Il ‘panino napoletano’, conosciuto anche come ‘pagnottiello’ o ‘pagnuttiello’, può essere a tutti gli effetti considerato la variante ‘portatile’ del Casatiello, grazie alla quale la squisita specialità napoletana diventa a tutti gli effetti uno street food. Si tratta di un gustoso saccottino, realizzato con pasta di pizza arricchita dallo strutto, ed ingolosito grazie ad una farcitura a base di uova sode, salumi (salame e/o pancetta), oltre che formaggi misti a cubetti.
Casatiello napoletano e tortano: le differenze.
Il casatiello ed il cosiddetto ‘tortano’ sono due specialità napoletane molto simili tra loro, per cui, al di là del nome, è facile confonderle. Sarà dunque opportuno identificare in cosa si distinguono l’una dall’altra:
- Aspetto: il Casatiello più tipico presenta alcune uova disposte ordinatamente sulla sua superficie circolare, il tortano, invece, ne è del tutto privo;
- Farcitura: la farcitura del tortano sarebbe uguale a quella del casatiello, se non fosse per l’aggiunta di uova sode (che si trovano all’interno della preparazione anziché sopra di essa);
- Periodo di consumazione: mentre il casatiello è una specialità prettamente pasquale, il tortano viene preparato anche al di fuori di questa festività.
- Simbologia: il casatiello è ricco di riferimenti simbolici alla Pasqua, riscontrabili perlopiù nel suo aspetto (come, ad esempio, la presenza delle uova). Il tortano, invece, è completamente privo di tali rimandi.
Le origini del nome ‘tortano’.
Il ‘tortano’ è Come è facile immaginare, il nome ‘tortano’ deriva dall’italiano ‘torta’. Meno scontato il significato della desinenza ‘no’, che potrebbe rimandare alle dimensioni della specialità o al fatto che è dolce anziché salata.
Le varianti del Casatiello napoletano.
Da ‘contenitore di gusto’ quel’è, il Casatiello è particolarmente adatto ad esprimersi in un gran numero di varianti. Tra queste va ricordato lo squisito Casatiello con Salsiccia e Friarielli ed il Casatiello Caso e Pepe, di grande tradizione, insaporito con formaggio e pepe. Esiste persino una versione dolce, in cui lo strutto dell’impasto è sostituito dal burro.
La sagra del Casatiello a Sant’Irpino.
Sebbene il casatiello sia una specialità partenopea, è molto apprezzato in gran parte della regione Campania. A riprova di ciò, basti ricordare la sagra che gli viene dedicata ogni anno, nel mese di Giugno, presso Sant’Irpino, in provincia di Caserta. La manifestazione riscuote un successo enorme, tale da essere arrivata alla trentesima edizione.
Il giusto vino per il Casatiello napoletano.
Quale vino abbinare ad una gustosa fetta di casatiello? Volendo rimanere nella medesima zona che ha dato i natali alla specialità, la scelta potrebbe ricadere sull’Aglianico: un rosso dotato di spiccata acidità e sapidità, in grado di bilanciare l’accentuata grassezza della preparazione.
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- Giambattista Basile, di Nicolaus Perrey;
- Pulcinella di Werner Alice (1859-1935);
- Stemma del Comune di Sant’Irpino,;
Immagini Creative Commons
- Casatiello , immagine di Bazarovi, con licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported
- Palazzo Sanchez, Sant’Arpino (CE) , immagine di Sedicinoni, con licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Unported