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Cibo degli Indiani d'America
COME SI NUTRIVANO LE NAZIONI INDIANE

Molti sono convinti che gli ‘Indiani’ siano un singolo popolo, per quanto suddiviso in tribù. Ciò porta a credere che abbiano i medesimi usi e costumi: ad esempio è diffusa la convinzione che siano tutti grandi mangiatori di carne di bisonte. Niente di più falso. Per questo motivo approfondire la conoscenza del cibo degli Indiani d’America è un modo efficace per iniziare a conoscere davvero questa gente.

Le ‘nazioni’ indiane.

Le ‘nazioni’ indiane.

I nativi del continente nordamericano appartengono a 7 ‘philum’ linguistici, ai quali va aggiunta una numerosa serie di etnie legate ad altri philum non ben determinati. Questi gruppi linguistici diedero vita ad almeno 500 entità sociali che spaziavano da piccoli insiemi di poche famiglie, le ‘bande’, a aggregati più vasti, le ‘tribù’, fino a strutture complesse organizzate in confederazioni, principati, potentati e addirittura ‘imperi’. Si tratta degli elementi fondanti delle ‘nazioni’ indiane.
Queste erano diffuse nelle seguenti aree ecologiche e culturali:

  • Area Artica;
  • Area Sub-Artica;
  • Costa Nordoccidentale;
  • California;
  • Plateau (Altipiani);
  • Grande Bacino;
  • Plains (Grandi Pianure);
  • Prairies (Praterie);
  • Nordest;
  • Sudest;
  • Nordovest del Messico e Bassa California;
  • Sudovest;
  • Meso-America (dal Messico all’Istmo di Panama);

N.B. E’ importante ricordare che, nella fattispecie, il termine ‘nazione’ non ha il significato politico che ha assunto nel corso della storia europea, ma solo quello di ‘gruppo di nativi’ (dal latino ‘natus’, ‘nato’).

Lo stretto legame tra cibo e religione.

Lo stretto legame tra cibo e religione.

Nel passato procurarsi da mangiare rappresentò quasi sempre un problema serio per i Nativi Nordamericani. Il cibo aveva quindi un grande valore: non a caso, una volta reperito, veniva spesso consumato in modo cerimoniale.

La visione animistica.
Il rapporto con la natura di molti tra questi popoli non era di tipo ecologico ma animistico. Pensavano infatti che il mondo naturale, in ogni sua manifestazione, fosse abitato da spiriti: entità malevole e permalose, nel migliore dei casi indifferenti.

Un numero finito di animali.

Va inoltre ricordato che i Nativi non possedevano il concetto di incremento demografico di una specie. In genere credevano (*1) che il numero degli animali esistenti fosse sempre il medesimo e che una volta uccisi questi si reincarnassero … così da poter essere nuovamente cacciati.

I tabù.

Tale convinzione (*2) li portava ad attribuire la penuria di prede alla rottura di un tabù da parte di un individuo o di un gruppo.
Alcuni tabù riguardavano l’abbinamento dei cibi: presso gli Inuit era ad esempio proibito mangiare insieme carne di animali terrestri (*3) e marini (*4).
Dal momento che una eventuale trasgressione avrebbe causato un immane disastro, il colpevole, se scoperto, veniva immediatamente giustiziato.

Note:
*1: Occorre considerare che si sta parlando di più di 500 nazioni.
*2: Concezione di tipo animistico, appunto.
*3: Ad esempio il caribou.
*4: Ad esempio pesci, foche e balene.

I Nativi Nordamericani non allevano bestiame.

I Nativi Nordamericani non allevano bestiame.

Una caratteristica comune a molte delle Nazioni Indiane ne mise più volte a rischio la sopravvivenza in epoca precolombiana ed in seguito, vale a dire l’incapacità di allevare il bestiame (*1).

Non è dunque un caso che molti dei miti di queste popolazioni facciano riferimento alla scarsità di cibo: una pericolosa minaccia alla quale spesso poneva rimedio l’intervento di un eroe mitologico. Costui, portato a termine il suo compito, in genere insegnava alla tribù una specifica cerimonia religiosa per far sì che il problema non si ripresentasse. Cicli ricorrenti di scarsità e di abbondanza di cibo rappresentarono la naturale condizione di vita dei Nativi Nordamericani.

Nota:
*1: Allevavano solo tacchini e cani, questi ultimi in genere venivano mangiati nel corso di alcune cerimonie rituali.

Il cibo degli indiani d’America suddiviso per area geografica.

Il cibo degli indiani d’America suddiviso per area geografica.

Il continente nordamericano è caratterizzato da numerosi ecosistemi: dalle distese ghiacciate dell’Artico ai deserti dell’Arizona e di Sonora, dalle foreste pluviali della British Columbia ai boschi decidui della Virginia e della Carolina, dalle grandi pianure lungo il sistema fluviale Mississippi-Missouri alle paludi della Florida.

Quasi inutile dire che ognuno di questi ecosistemi si distingue per una grande varietà di animali e piante in grado di fornire numerose tipologie di cibo.

Di seguito viene riportato un elenco delle tipologie di cibo degli Indiani d’America e dei relativi metodi di approvigionamento:

Cibo degli Indiani d’America: Regione Artica.

Cibo degli Indiani d’America: Regione Artica
Questa regione comprende un territorio vastissimo che si estende dall’Alaska, fino al Labrador ed alla Groenlandia. In passato era abitata soprattutto da popolazioni Aleutine, Yupik e Inuit.

Dal momento che l’agricoltura non è praticabile sui ghiacci del pack e sul permafrost, le principali fonti di cibo dei nativi in questa zona furono:

  • La caccia ai mammiferi marini: su tutti foche, leoni marini e balene;
  • La caccia al caribou, praticata specialmente durante i mesi estivi;
  • La caccia agli uccelli acquatici e migratori, (anch’essa in estate);
  • La pesca;

E’ importante sottolineare che, in genere, i popoli artici non cuocevano la carne e si nutrivano anche del grasso e degli organi interni degli animali: ciò forniva alcune delle vitamine, le proteine e il sale necessari all’alimentazione umana.
Non è dunque un caso che il fegato fosse considerato una leccornia e che la bile costituisse l’ingrediente principale di una salsa utilizzata come condimento.

Cibo degli Indiani d’America: Regione Subartica.

Cibo degli Indiani d’America: Regione Subartica.
Le popolazioni di questa regione vivevano nella fascia di territorio compresa tra la parte interna dell’Alaska (a ovest) e l’Oceano Atlantico (ad est).

  • La caccia al caribou nella zona settentrionale e al moose (alce canadese) in quella meridionale. Anche orsi, castori, porcospini, cervi e conigli erano spesso utili a sfamarsi;
  • La pesca, fondamentale per coloro che vivevano nel bacino dello Yukon e dei suoi affluenti;

Sulla costa atlantica si mangiavano molluschi e crostacei. I vegetali a disposizione erano molto pochi, ci si nutriva di radici, semi, alcune erbe e molti tipi di bacche (more, mirtilli, lamponi, ribes, ecc.).

Cibo degli Indiani d’America: Costa Nord Occidentale.

Cibo degli Indiani d’America: Costa Nord Occidentale
Le popolazioni di questa regione vivevano nella striscia di terra compresa tra l’Oceano Pacifico, a ovest, e le catene montuose coperte dall’impenetrabile foresta pluviale nordica, ad est. Le principali fonti di cibo per i Nativi di questa regione erano:

  • La pesca, soprattutto quella al salmone del Pacifico. Grande importanza avevano anche il candlefish, l’halibut e il merluzzo;
  • La caccia ai mammiferi marini: su tutti la balena megattera (humpback) e la grigia;

Le alghe rappresentavano un’ottima riserva alimentare: una volta raccolte e fatte essiccare, erano schiacciate in pani che potevano durare per periodi di tempo molto lunghi.
Anche la raccolta di piante, bacche e radici aveva un ruolo importante nella dieta di queste popolazioni: ricordiamo i bulbi di camas, varie tipologie di more e la salal-berry.

Cibo degli Indiani d’America: il Plateau.

Cibo degli Indiani d’America: Plateau.
Questi altopiani sono compresi a nord tra le provincie canadesi della British Columbia (ad oriente) e dell’Alberta (ad occidente). A sud, tra gli stati americani di Washington (ad oriente) e del Montana (ad occidente).

Grazie alla sua particolare posizione, la regione presenta zone ecologiche piuttosto differenziate tra loro. Le principali fonti di cibo dei Nativi in quest’area furono:

  • La caccia, soprattutto di animali di grossa taglia, come ad esempio l’alce (principalmente nella zona a settentrione);
  • La pesca, soprattutto quella al salmone (ad ovest);

Coloro che vivevano a sud potevano permettersi una dieta mista: alla raccolta di bacche, frutta e vegetali vari, si affiancavano la pesca e la caccia di selvaggina di piccola taglia (daini, conigli, etc.). Prezioso il ruolo della radice di camas (Camassia leichtlinii).

Cibo degli Indiani d’America: Grandi Pianure.

Cibo degli Indiani d’America: Grandi Pianure
Questa regione si estende dal Canada al Golfo del Messico. Le principali fonti di cibo dei Nativi in questi territori furono, in ordine di importanza:

  • La caccia, soprattutto quella al bisonte. Il cervo, il daino, l’antilope, l’orso e la selvaggina di piccola taglia rappresentavano possibili alternative;
  • La raccolta: venivano mangiate bacche (ingrediente principale nella preparazione del famoso ‘pemmican’) e radici;

Le tribù che vivevano nelle zone prossime alle Regioni delle Praries e del Sudovest, riuscivano spesso a procurarsi mais, fagioli e zucche, grazie a commerci o spedizioni di guerra.
Il pesce veniva in genere trascurato come alimento.

Cibo degli Indiani d’America: ‘Praries’ e Grandi Laghi.

Cibo degli Indiani d’America: ‘Praries’ e Grandi Laghi
Le principali fonti di cibo delle popolazioni che vivevano in questi territori furono, in ordine di importanza:

  • La caccia al bisonte;
  • L’orticoltura, diffusa nella zona delle pianure. I principali prodotti erano mais, fagioli e zucche, coltivati dalle donne nei piccoli appezzamenti di terreno che circondavano i villaggi invernali;
  • La pesca, praticata soprattutto nell’area dei Grandi Laghi. Le battute in genere si tenevano di notte: i pesci di acqua dolce venivano infatti attirati dalla luce delle torce;

Le tribù che vivevano presso i confini orientali delle Plains, inizialmente si nutrirono dei bisonti dei boschi. Una volta che gran parte di questi animali fu sterminata, la loro dieta iniziò a basarsi sulla caccia alla selvaggina (cervo e daino) e sulla raccolta di bacche e radici.

Cibo degli Indiani d’America: Nordest e Sudest.

Cibo degli Indiani d’America: Nordest e Sudest.
Le fonti di cibo delle popolazioni che vivevano in queste regioni furono, in ordine di importanza:

  • L’orticoltura. Questa sopperì ad almeno il 50% del fabbisogno alimentare del Nordest. Nel Sudest, la presenza di grandi città e di una società più complessa, permise lo sviluppo di un’agricoltura strutturata: i principali prodotti erano mais, fagioli e zucche;
  • La caccia. Questa coprì il restante 50% del fabbisogno nel Nordest e rappresentò la seconda fonte di cibo nel Sudest. Le principali prede erano cervi, daini ed orsi. Venivano cacciati anche animali di piccola taglia come lepri, conigli e tassi, oltre ad uccelli come il tacchino, il cigno, il tuffolo e vari tipi di anatre. Nelle zone settentrionali si praticava la caccia alla foca e alla balena. In Florida e nelle aree paludose del Sudest una delle prede preferite era l’alligatore;
  • La pesca. Un’attività di grande importanza, soprattutto per le popolazioni costiere. Venivano catturati sia pesci d’acqua dolce che marini (salmone dell’Atlantico, merluzzo e aringhe). Da sottolineare inoltre il consumo di molluschi e di frutti di mare;
  • La raccolta. I Nativi di questa zona si nutrivano di vari tipi di noci e ghiande, oltre che di frutta selvatica;
Cibo degli Indiani d’America: il Grande Bacino.

Cibo degli Indiani d’America: Grande Bacino.
Questo territorio era caratterizzato, soprattutto nelle aree desertiche, da una notevole scarsità di risorse alimentari. Le fonti di cibo delle popolazioni che vi abitavano furono, in ordine di importanza:

  • La raccolta. Soprattutto di semi, radici, tuberi e pinoli (piñon);
  • La caccia. Nell’arido meridione gli animali a disposizione erano molto pochi: si potevano trovare solo conigli, vari tipi di roditori, serpenti ed insetti (soprattutto cavallette). Nella zona settentrionale e presso le Montagne Rocciose venivano cacciati il cervo, l’antilope e la capra di montagna;
Cibo degli Indiani d’America: California, Bassa California e Nordovest del Messico.

Cibo degli Indiani d’America: California, Bassa California e Nordovest del Messico.
Le fonti di cibo delle popolazioni che abitavano in queste regioni furono, in ordine di importanza:

  • La raccolta. Soprattutto di pinoli (piñon) e di vari tipi di ghiande (acorns). Si consumavano anche la yucca, i fagioli mesquite (*1) e l’agave. La pianta del cactus era particolarmente preziosa nelle zone desertiche: ci si poteva infatti nutrire dei suoi frutti (freschi o secchi), dei semi (secchi o arrostiti) e della polpa. Dalla sua spremitura si otteneva una bevanda;
  • La caccia. Nella parte meridionale della California e nel Messico settentrionale, la fauna di grosse dimensioni era abbastanza rara e occorreva quindi cibarsi di piccoli roditori e conigli. La dieta comprendeva inoltre rettili e insetti. Sulla costa venivano cacciati alcuni mammiferi marini. Nella parte centro-orientale della California (in prossimità alle Montagne Rocciose) si potevano trovare animali più grossi come cervi, capre di montagna e orsi;
  • La pesca. Praticata sulla zona costiera, non aveva grande peso. La dieta era integrata da alcuni tipi di molluschi;
Cibo degli Indiani d’America: Sudovest.

Cibo degli Indiani d’America: Sudovest.
Questo territorio era caratterizzato, soprattutto nelle aree desertiche, da una notevole scarsità di risorse alimentari. Le fonti di cibo delle popolazioni che vi abitavano furono, in ordine di importanza:

  • L’agricoltura. Gran parte della dieta locale era basata sul mais, coltivato in diverse varietà. Spesso veniva utilizzato per produrre un particolare tipo di pane, il cosiddetto ‘piki’ (parola hopi);
  • La raccolta di pinoli, noci e dei frutti del cactus Saguaro;
  • La pesca. Sebbene i pesci non facessero parte delle dieta dei Pueblo, venivano mangiati occasionalmente dalle popolazioni che vivevano lungo il Rio Grande;

L’arrivo di tribù Dené (Navajo e Apaches) dai territori del bacino dello Yukon, modificò almeno in parte le abitudini alimentari nella regione.
I Denè erano popoli nomadi di cacciatori e raccoglitori che, almeno inizialmente, imposero ai Pueblo un commercio ‘diseguale’ tra prodotti agricoli e cacciagione (in primis, il bisonte). Durante il XVIII secolo, alcuni gruppi cercarono di convertirsi all’agricoltura, ma la caccia e la razzia rimasero la loro principale fonte di approvvigionamento di cibo. Questa situazione perdurò fino a quando l’esercito degli Stati Uniti impose ai Navajo l’uso della pastorizia.

Bisonti.

Gli animali dei Nativi: il bisonte e il caribou.

Nell’immaginario collettivo, due animali su tutti vengono associati all’immagine dei nativi americani: il bisonte ed il caribou.

Il bisonte.
Contrariamente a quanto si può credere il bisonte è addomesticabile: oggigiorno viene allevato in modo intensivo nei ranch delle riserve indiane. Bistecche di questo animale sono offerte come leccornia nei menù dei casinò dei nativi americani.

Il caribou.
Nel continente americano il caribou, o renna americana, è stato quasi sempre considerato solo come preda di caccia. Coloro che allevarono questo animale, lo fecero principalmente per il suo latte e per il trasporto delle slitte.

Il caribou.
Teepees.
La donna e la preda della caccia.

La donna e la preda della caccia.

Il parallelismo magico tra la donna e la preda della caccia è un elemento spesso presente nella cultura dei Nativi Nordamericani. Di seguito vengono riportati alcuni esempi per chiarire questo concetto:

La donna e il kayak.
Quando una donna cuciva le pelli di un kayak, in genere eseguiva il lavoro indossando un indumento impermeabile, in modo che il suo odore non impregnasse l’imbarcazione, mettendo in allarme le prede.

La donna e la foca.
Nemmeno un capello di donna doveva rimanere impigliato nel parka di un cacciatore di foche, dal momento che ciò avrebbe offeso gli animali. Una volta uccisi, i loro spiriti si sarebbero lamentati della sua sciatteria, decidendo di stargli alla larga nella vita successiva.

La donna e la balena.
La moglie del capo baleniere presso i nativi della Costa Nord Ovest, rappresentava simbolicamente la balena. Per questa ragione, durante la caccia, era soggetta a molti tabù.
Alcuni esempi:

  • In casa, quando doveva sedersi, occorreva che lo facesse volgendo le spalle al mare: in questo modo le balene, imitandola, si sarebbero dirette verso riva e non al largo;
  • Era necessario che mangiasse cibi molto grassi, così che le prede sarebbero state altrettanto grasse;
  • Non le era permesso pettinarsi, dal momento che se i capelli si fossero aggrovigliati, ciò avrebbe causato anche l’aggrovigliamento delle funi agganciate agli arpioni;
La musica dei nativi nord americani.

La musica dei nativi nord americani.

Musica dei Nativi Nord Americani per accompagnare la lettura di questo articolo:

Il ‘piskun’.

Cibo degli Indiani d’America: il ‘piskun’.

Il metodo più classico di caccia al bisonte, in uso ancor prima dell’arrivo del cavallo, era il cosiddetto ‘piskun’.

Consisteva nel far imbizzarrire una mandria, portandola a schiantarsi in fondo a un dirupo. A quel punto era compito di donne e bambini raccogliere la carne dalle carcasse, lasciando il resto a coyote ed avvoltoi.

Cibo degli Indiani d’America: il 'Pemmican'.

Il pemmican, un concentrato di energia.

Il cosiddetto ‘pemmican’ è un vero e proprio concentrato di grasso e proteine.

I nativi nord americani furono i primi a prepararlo: grazie alla sua praticità e al notevole apporto energetico, ben presto diventò il cibo preferito degli esploratori.
I suoi ingredienti principali sono:

  • Carne essiccata (in genere di bufalo, alce o cervo);
  • Bacche (spesso mirtilli, ribes o ciliege);
  • Grasso animale;
Cibo degli Indiani d’America: il ‘frybread’.

Cibo degli Indiani d’America: il ‘frybread’.

Il ‘frybread’ è un cibo tipico dei Nativi Nordamericani, inventato nel 1864 dai Navajo che vivevano nella riserva di Fort Sumner.

In quel periodo il governo statunitense forniva a questa gente razioni che includevano farina, sale, zucchero e lardo. Si supponeva che la farina sarebbe stata usata per preparare il pane, ma in realtà nessuno pensò ad insegnar loro il procedimento. Le donne Navajo non si scoraggiarono e sciolsero il lardo aggiungendovi la farina mescolata ad acqua e zucchero. Il risultato fu un impasto altamente calorico, impiegato per realizzare una specie di pizza, il ‘taco’ (indian taco): questo veniva guarnito con ogni sorta di ingredienti, come marmellata, uova, carne, prosciutto, verdura, ecc.

La conservazione della carne.

Cibo degli Indiani d’America: la conservazione della carne.

Per i Nativi Nordamericani, così come per tutti i popoli cacciatori che possiedono un livello tecnologico prossimo a quello del mesolitico o del neolitico, la conservazione della carne era un problema molto serio.

Di solito veniva tagliata in strisce molto sottili e stesa al sole su appositi stenditoi. Se la tribù era fortunata, un tempo clemente le permetteva di seccarsi, era quindi messa da parte o impiegata per preparare il pemmican. Se la tribù era sfortunata, bastava un acquazzone estivo (evento molto frequente), per far marcire tutte le provviste, decretando un inverno di fame e morte.

Le immagini presenti in questa pagina sono proprietà di WebFoodCulture e delle Dott.sse Flavia e Sandra Busatta, con l’eccezione delle seguenti:

 

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