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Autore: Antonio Maria Guerra
Vino Friularo
STORIA, LUOGHI, INFORMAZIONI, CURIOSITA’
C’è un luogo in cui emozioni appartenenti a un tempo passato, arte, cultura e gusto sembrano fondersi tra loro. Una splendida villa antica diviene fonte di sensazioni che si traducono in ispirazione. Non è un caso che il vino Friularo nasca dai vigneti che la circondano, frutto di un’evoluzione millenaria.
Il Friularo: un vino duro, di grande carattere.
Il Friularo è un vino che da sempre è riconosciuto per un’indole forte e decisa, tale da non lasciare indifferenti quando lo si beve. Non esistono certezze in merito alle origini del suo nome, l’ipotesi più attendibile lo farebbe derivare dal termine dialettale ‘frigolearo’: parola composta da ‘frigo’ (freddo), in riferimento alla vendemmia tardiva delle uve, ed ‘aro’, desinenza di origine latina che indica la faticosa attività dell’arare i campi. Questi elementi danno vita a un rosso duro ed impetuoso, celebrato dal poeta Ruzante che si spinge a definirlo ‘sgarboso’, vale a dire poco incline a facili amicizie.
Bagnoli, la patria del vino Friularo.
Il vino Friularo nasce nei territori che circondano il Comune di Bagnoli, situato nella regione Veneto, a poca distanza dalla città di Padova.
La storia del vino Friularo.
Il Dominio di Bagnoli è uno dei luoghi in cui il Friularo da sempre si esprime al meglio: ciò non deve stupire in quanto si trova in un territorio che può vantare una tradizione millenaria nella produzione del vino.
Le prime testimonianze.
Sebbene sia molto probabile che già gli antichi Romani coltivassero la vite in questa zona, le prime notizie certe, supportate da testimonianze scritte, risalgono al 954 d.C., anno in cui Almerico, Duca di Lombardia, donò il Dominio alla Chiesa. Assai preziosa si dimostrò l’opera dei monaci benedettini che a partire dal XIII secolo si stabilirono in quest’area, organizzando la coltivazione dei campi e realizzando un monastero, comprensivo di cantine.
Vino Friularo a Palazzo Ducale.
A partire dal XVII secolo il ‘Friularo di Bagnoli’ acquisì un tale prestigio da essere considerato il vino ufficiale della Repubblica di Venezia, servito a Palazzo Ducale e nelle ambasciate. Non deve dunque sorprendere che proprio in questo periodo il Dominio fosse di proprietà dei Widmann-Rezzonico: una delle più eminenti famiglie veneziane del tempo, tanto da aver dato i natali a diversi Dogi.
Napoleone.
L’avvento di Napoleone determinò la fine dell’età dell’oro del Friularo: l’Imperatore spinse infatti l’aristocrazia veneta al consumo dei vini francesi, a scapito delle produzioni locali di qualità.
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Quando al termine del XIX secolo la famiglia Borletti acquistò il Dominio, la fama del Friularo era ben lontana dalle antiche glorie. Lorenzo Borletti iniziò a gestire la vigna a partire dal 1990, cercando fin da subito di recuperare la fama di cui aveva goduto nel passato. Per poter garantire un alto livello qualitativo del vino, iniziò con il ridurne i quantitativi passando da tre milioni a circa trecentomila litri. Un’attenta selezione portò alla commercializzazione di 180.000 bottiglie, grazie alle quali il valore del prodotto tornò ad essere riconosciuto, ottenendo molti premi di prestigio e la denominazione DOCG.
Vino Friularo
IL PRODUTTORE PIU' TRADIZIONALE
Quest’articolo è il frutto della collaborazione tra WebFoodCulture ed il Dominio di Bagnoli, il produttore più tradizionale del vino Friularo.
La terra del vino Friularo.
Le viti da cui nasce il Friularo crescono in provincia di Padova, in una zona che partendo dalle pendici dei Colli Euganei si estende in direzione di Venezia. Qui il terreno è caratterizzato in parte dall’origine vulcanica dei colli, in parte dai sedimenti lasciati dai fiumi nel corso dei secoli: fattori che contribuiscono ad accentuare la mineralità, l’acidità e la sapidità del vino.
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Il clima temperato di questa regione riveste anch’esso grande importanza, assicurando temperature miti nel corso dell’anno. La brezza gentile proveniente dalle alture riduce i rischi legati a eccessi di umidità. Una provvidenziale escursione termica nel periodo della maturazione, garantisce infine una buona presenza di sostanze fenoliche, oltre a dare alle uve del Friularo la tipica colorazione rosso intenso.
Villa Widmann: la villa del vino Friularo.
Come già accennato nel paragrafo precedente, nel 1656 il Conte Widmann acquistò il Dominio di Bagnoli da Papa Alessandro VII. Ben presto commissionò a Baldassarre Longhena (*1) la costruzione di una villa che rappresentasse un vero e proprio monumento in onore della sua famiglia.
Va detto che l’intervento del famoso architetto non si limitò alla realizzazione di questo edificio (*2), ma arrivò a riorganizzare le strutture preesistenti (magazzini, granai e cantine), appartenute ai monaci benedettini, trasformandole in una delle aziende agricole più moderne del suo tempo.
La Villa di Bagnoli è al giorno d’oggi classificata come Monumento Nazionale e considerata tra i più significativi complessi storici ed architettonici della regione Veneto.
Note:
*1: L’architetto Longhena si era già distinto, tra le altre cose, per la realizzazione di Cà Rezzonico, della ‘Basilica della Salute’ e di Palazzo Widmann (tutti edifici situati a Venezia).
*2: Si occupò anche della costruzione di un piccolo teatro al suo interno e di una Chiesa adiacente alla struttura principale.
Il Friularo ed il mondo di Goldoni.
Non è possibile apprezzare appieno il Friularo senza conoscere il luogo da cui proviene.
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Stiamo parlando del Veneto, una regione situata nel Nord Est dell’Italia, famosa nel mondo per la sua gemma più preziosa: la città di Venezia. Uno specifico periodo storico riveste inoltre grande importanza per comprendere questo vino: il XVIII Secolo, da molti considerato la sua ‘età dell’oro’.
Se visitare il Veneto è un compito relativamente facile, altrettanto non si può dire del viaggiare nel passato: sarebbe necessaria una macchina del tempo, ma dal momento che non è stata ancora inventata occorre trovare un altro modo.
Il migliore potrebbe essere quello di leggere le opere scritte da un assiduo frequentatore del Dominio di Bagnoli: Carlo Goldoni. Gran parte dei lavori di questo famoso drammaturgo italiano possono trasportare il lettore nel posto giusto al momento giusto: la Repubblica Veneziana del ‘700.
Goldoni descrive talmente bene i luoghi e la gente del vino Friularo da riportarli in vita.
Il vino friularo nella letteratura.
Nel 1521,lo scrittore e commediografo veneto Angelo Beolco, anche conosciuto come ‘Il Ruzante’, scrisse nella sua ‘Prima Orazione’:
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“Pan meglio che fugasse e biscotti. E qual’elo el poltron che no magnarave quatro par far merenda? Mo quel vino sgarboso an? Vin che dise ‘bevime … bevime’ che el te salta dal bocal, vin proprio da resusitar i morti malai, e anca chi gavesse sento ferìe, nol ghe farae mal, vin che fa pair (digerire) le piere! Dove nasselo sto vin? Nel Pavan!”.
Il vino ‘sgarboso’ cui faceva riferimento, prodotto nel padovano ed in grado persino di ‘risuscitare i morti’, sarebbe proprio, in base a queste caratteristiche, il Friularo di Bagnoli.
Il giardino, il brolo e le vigne del Friularo.
La Villa di Bagnoli è senza alcun dubbio un prezioso punto di riferimento nel contesto territoriale che si distingue per la produzione del vino Friularo. Oltre alla sua intrinseca bellezza, la struttura può vantare uno spettacolare giardino che ospita un gran numero di statue realizzate alla fine del XVII secolo dallo scultore veneziano Antonio Bonazza. Diverse tra esse raffigurano alcuni dei personaggi più famosi appartenenti alla cosiddetta ‘Commedia dell’Arte’.
Accanto ai giardini si sviluppa un ‘brolo’ medioevale: si tratta di una vasta area dedicata a coltivazioni di grande valore. Sebbene la sua presenza sia caratteristica comune a molte tra le più antiche ville veneziane, ben pochi esempi sono giunti fino a noi, ancor meno così ben conservati. Nel brolo del Dominio vengono tuttora coltivate rare varietà di vite, impiegando tecniche colturali abbandonate da tempo, quali il Cassone Padovano ed il Festonato.
Il comprensorio è circondato da numerosi ettari di campi che ospitano i filari delle vigne vocate alla produzione del più tipico vino Friularo.
Vino Friularo: gli abbinamenti.
Il Friularo è un vino caldo, tannico, fresco e sapido, caratteristiche che lo rendono adatto ad accompagnare, ad esempio, formaggi di media-lunga stagionatura o preparazioni a base di carne come il brasato.
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- L’alcolicità e la tannicità bilanciano la succulenza della carne (indotta) e l’untuosità del suo condimento;
- L’acidità bilancia la tendenza dolce della carne.
Il Friularo è prodotto anche in versione passita: in questo caso è dolce, fresco, caldo e tannico. Perfetto per accompagnare, ad esempio, molti tra i più tipici biscotti veneziani, come i famosi ‘zaetti’.
- La dolcezza del vino, alleggerita da una piacevole freschezza, bilancia quella dei biscotti.
- L’alcolicità e la tannicità bilanciano la loro succulenza (indotta).
Dominio di Bagnoli: contatti.
Indir.: Tenuta di Proprietà Borletti P.za Marconi 63 – Bagnoli di Sopra 35023, Padova
Website: www.ildominiodibagnoli.it
Mail: info@ildominiodibagnoli.it
Tel.: +39 049 5380008
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Imagini di Pubblico Dominio
- Ritratto di Angelo Beolco detto ‘Il Ruzzante’, G.F. Tomasini, 1630 (Wikipedia Link) {PD-Art} {PD-US}
Immagini Creative Commons
- Ritratto di Carlo Goldoni, Alessandro Longhi, 1757 Collezione Palazzo Centani (Wikipedia Link) {PD-Art} {PD-US}