
C’è un luogo in cui emozioni appartenenti a un tempo passato, arte, cultura e gusto sembrano fondersi. Una splendida villa antica diviene fonte di sensazioni che, inevitabilmente, si traducono in ispirazione. Forse non è dunque un caso che proprio in questa villa, nel corso dei suoi soggiorni, il famoso drammaturgo italiano Carlo Goldoni abbia scritto alcune delle sue opere più famose. Forse non è un caso che il vino Friularo nasca dai vigneti che la circondano, frutto di un’evoluzione e di una sensibilità acquisita nei secoli. Assaggiamolo, visitando questi luoghi e facendoci rapire dal loro fascino.


Il Friularo: un vino duro, di grande carattere.
Il Friularo è un vino che da sempre è riconosciuto per un’indole forte e decisa, tale da non lasciare indifferenti quando lo si beve. Non esistono certezze in merito alle origini del suo nome, l’ipotesi più attendibile lo farebbe derivare dal termine dialettale ‘frigolearo’: parola composta da ‘frigo’ (freddo), in riferimento alla vendemmia tardiva delle uve, ed ‘aro’, desinenza di origine latina che indica la faticosa attività dell’arare i campi. Questi elementi danno vita a un rosso duro ed impetuoso, celebrato dal poeta Ruzante che si spinge a definirlo ‘sgarboso’, vale a dire poco incline a facili amicizie.

La terra del vino Friularo.

Le viti da cui nasce il Friularo crescono in provincia di Padova, in una zona che partendo dalle pendici dei Colli Euganei si estende in direzione di Venezia. Qui il terreno è caratterizzato in parte dall’origine vulcanica dei colli, in parte dai sedimenti lasciati dai fiumi nel corso dei secoli: fattori che contribuiscono ad accentuare la mineralità, l’acidità e la sapidità del vino. Il clima temperato di questa regione riveste anch’esso grande importanza, assicurando temperature miti nel corso dell’anno. La brezza gentile proveniente dalle alture riduce i rischi legati a eccessi di umidità. Una provvidenziale escursione termica nel periodo della maturazione, garantisce infine una buona presenza di sostanze fenoliche, oltre a dare alle uve del Friularo la tipica colorazione rosso intenso.


I mille anni del Friularo di Bagnoli.

Il Dominio di Bagnoli è uno dei luoghi in cui il Friularo da sempre si esprime al meglio: ciò non deve stupire in quanto si trova in un territorio che può vantare una tradizione millenaria nella produzione del vino.
Le prime testimonianze.
Sebbene sia molto probabile che già gli antichi Romani coltivassero la vite in questa zona, le prime notizie certe, supportate da testimonianze scritte, risalgono al 954 d.C., anno in cui Almerico, Duca di Lombardia, donò il Dominio alla Chiesa. Assai preziosa si dimostrò l’opera dei monaci benedettini che a partire dal XIII secolo si stabilirono in quest’area, organizzando la coltivazione dei campi e realizzando un monastero, comprensivo di cantine.
Vino Friularo a Palazzo Ducale.
A partire dal XVII secolo il ‘Friularo di Bagnoli’ acquisì un tale prestigio da essere considerato il vino ufficiale della Repubblica di Venezia, servito a Palazzo Ducale e nelle ambasciate.
Non deve dunque sorprendere che proprio in questo periodo il Dominio fosse di proprietà dei Widmann-Rezzonico: una delle più eminenti famiglie veneziane del tempo, tanto da aver dato i natali a diversi Dogi.
Napoleone.
L’avvento di Napoleone determinò la fine dell’età dell’oro del Friularo: l’Imperatore spinse infatti l’aristocrazia veneta al consumo dei vini francesi, a scapito delle produzioni locali di qualità.
I Borletti acquistano il Dominio.
Quando al termine del XIX secolo la famiglia Borletti acquistò il Dominio, la fama del Friularo era ben lontana dalle antiche glorie. Lorenzo Borletti iniziò a gestire la vigna a partire dal 1990, cercando fin da subito di recuperare la fama di cui aveva goduto nel passato. Per poter garantire un alto livello qualitativo del vino, iniziò con il ridurne i quantitativi passando da tre milioni a circa trecentomila litri. Un’attenta selezione portò alla commercializzazione di 180.000 bottiglie, grazie alle quali il valore del prodotto tornò ad essere riconosciuto, ottenendo molti premi di prestigio e la denominazione DOCG.

La villa del Dominio di Bagnoli.
Come già accennato nel paragrafo precedente, nel 1656 il Conte Widmann acquistò il Dominio di Bagnoli da Papa Alessandro VII. Ben presto commissionò a Baldassarre Longhena (*1) la costruzione di una villa che rappresentasse un vero e proprio monumento in onore della sua famiglia.
Va detto che l’intervento del famoso architetto non si limitò alla realizzazione di questo edificio (*2), ma arrivò a riorganizzare le strutture preesistenti (magazzini, granai e cantine), appartenute ai monaci benedettini, trasformandole in una delle aziende agricole più moderne del suo tempo.
La Villa di Bagnoli è al giorno d’oggi classificata come Monumento Nazionale e considerata tra i più significativi complessi storici ed architettonici della regione Veneto.
Nel 1788 il poeta Ludovico Pastò celebrò la Villa con queste parole:
Bagnoli xe un logheto cussì belo,
Cussì ben fato, e pien de simetria,
Che poeta no gh’è, no gh’è penelo,
Che ve possa mostrar cossa lu sia.
Nol par minga una vila, ma un castelo;
Una contea, o qualche signoria.
Chi no crede sta roba vegna quà,
Che, come ogn’altro, el resterà incantà
A Bagnoli c’è un edificio così bello,
Così ben fatto e tanto simmetrico,
Che non esiste poeta o pittore,
In grado di mostrarlo al meglio.
Più che una villa, sembra un castello;
Appartenente a una contea o a una signoria.
Chi non crede a tutto ciò, venga qua,
Come ogni altro, rimarrà incantato.
Note:
*1: L’architetto Longhena si era già distinto, tra le altre cose, per la realizzazione di Cà Rezzonico, della ‘Basilica della Salute’ e di Palazzo Widmann (tutti edifici situati a Venezia).
*2: Si occupò anche della costruzione di un piccolo teatro al suo interno e di una Chiesa adiacente alla struttura principale.

Il giardino, il brolo e le vigne del Friularo.
La Villa di Bagnoli è senza alcun dubbio un prezioso punto di riferimento nel contesto territoriale che si distingue per la produzione del vino Friularo. Oltre alla sua intrinseca bellezza, la struttura può vantare uno spettacolare giardino che ospita un gran numero di statue realizzate alla fine del XVII secolo dallo scultore veneziano Antonio Bonazza.
Diverse tra esse raffigurano alcuni dei personaggi più famosi appartenenti alla cosiddetta ‘Commedia dell’Arte’.
Accanto ai giardini si sviluppa un ‘brolo’ medioevale: si tratta di una vasta area dedicata a coltivazioni di grande valore. Sebbene la sua presenza sia caratteristica comune a molte tra le più antiche ville veneziane, ben pochi esempi sono giunti fino a noi, ancor meno così ben conservati. Nel brolo del Dominio vengono tuttora coltivate rare varietà di vite, impiegando tecniche colturali abbandonate da tempo, quali il Cassone Padovano ed il Festonato.
Il comprensorio è circondato da numerosi ettari di campi che ospitano i filari delle vigne vocate alla produzione del più tipico vino Friularo.

Il Friularo ed il mondo di Goldoni.

Non è possibile apprezzare appieno il Friularo senza conoscere il luogo da cui proviene. Stiamo parlando del Veneto, una regione situata nel Nord Est dell’Italia, famosa nel mondo per la sua gemma più preziosa: la città di Venezia.
Uno specifico periodo storico riveste inoltre grande importanza per comprendere questo vino: il XVIII Secolo, da molti considerato la sua ‘età dell’oro’.
Se visitare il Veneto è un compito relativamente facile, altrettanto non si può dire del viaggiare nel passato: sarebbe necessaria una macchina del tempo, ma dal momento che non è stata ancora inventata occorre trovare un altro modo.
Il migliore potrebbe essere quello di leggere le opere scritte da un assiduo frequentatore del Dominio di Bagnoli: Carlo Goldoni. Gran parte dei lavori di questo famoso drammaturgo italiano possono trasportare il lettore nel posto giusto al momento giusto: la Repubblica Veneziana del ‘700.
Goldoni descrive talmente bene i luoghi e la gente del vino Friularo da riportarli in vita.

Carlo Goldoni e la Commedia dell’Arte.

Carlo Goldoni è sicuramente uno degli autori italiani di opere teatrali più famosi ed apprezzati di tutti i tempi. Nacque a Venezia nel 1707. In gioventù studiò legge ed iniziò la sua carriera esercitando la professione di avvocato.
La prima produzione
Sebbene questa attività gli desse da vivere, la sua vera, grande passione, era un’altra: quella di scrivere commedie. Nel 1738 venne rappresentata la sua prima opera: il ‘Momolo cortesan’.
A questa, nel corso degli anni, molte altre ne seguirono (alcune delle quali realizzate durante i soggiorni presso la villa dei Conti Widmann di Bagnoli).
Goldoni e la ‘Commedia dell’Arte’
Le opere di Goldoni riformarono il teatro italiano, fino ad allora dominato dalla cosiddetta ‘Commedia dell’arte’. Questa si distingueva per l’assenza di una trama definita, sostituita da un canovaccio che lasciava ai singoli attori grande libertà di interpretazione. Quella che all’estero era conosciuta come ‘commedia italiana’, grazie a lui si trasformò in un organismo ben più strutturato: le sue erano messe in scena che definivano in modo puntuale situazioni e personaggi, guidati da una sceneggiatura da cui non era più possibile deviare.
Le opere teatrali
Tra i più importanti lavori di Goldoni ricordiamo ‘La famiglia dell’antiquario’, ‘La bottega del caffè’, ‘Il bugiardo’, la Trilogia della Villeggiatura e soprattutto ‘La Locandiera’, forse la sua opera più famosa.
In genere era la realtà quotidiana ad essere rappresentata: situazioni verosimili escogitate dall’autore non solo per intrattenere ma anche per far riflettere lo spettatore.
La morte a Parigi
Nel 1762 il grande commediografo si trasferì a Parigi, città in cui portò avanti, non senza difficoltà, il suo progetto di riforma del teatro. Morì in povertà nel 1793, nel corso dei turbolenti anni che seguirono la Rivoluzione Francese.


IL PRODUTTORE PIU’ TRADIZIONALE
Quest’articolo è frutto della collaborazione tra WebFoodCulture e il Dominio di Bagnoli, il produttore più tradizionale del vino Friularo. Le informazioni riportate descrivono le effettive caratteristiche della specialità.

Bagnoli, la patria del vino rosso Friularo.
Il vino Friularo nasce nei territori che circondano il Comune di Bagnoli, situato nella regione Veneto, a poca distanza dalla città di Padova.

Musica barocca per il vino friularo.
Musica barocca composta da Vivaldi per accompagnare la lettura di questo articolo:
Nota: registrarsi a Spotify così da poter ascoltare i brani per intero.

Il vino friularo nella letteratura.
Nel 1521,lo scrittore e commediografo veneto Angelo Beolco, anche conosciuto come ‘Il Ruzante’, scrisse nella sua ‘Prima Orazione’:
Il vino ‘sgarboso’ cui faceva riferimento, prodotto nel padovano ed in grado persino di ‘risuscitare i morti’, sarebbe proprio, in base a queste caratteristiche, il Friularo di Bagnoli.
Nella seconda metà del 1700 un poeta veneziano, Ludovico Pastò, divenne famoso per le sue opere in dialetto, molte delle quali dedicate al cibo e alle belle donne. La più famosa è un ditirambo del 1787 intitolato ‘El Vin Friularo de Bagnoli’, in cui l’autore, entusiasta bevitore di vino Friularo, ne declama la bontà e le virtù (per ben trenta pagine). A seguire un piccolo estratto:
El più bon, el più perfeto
Xe sto Vin amabile,
Sto Friularo benedeto. (a)
Lu ga i gusti più stupendi,
Tuti i odori più sontuosi
No ga Vini el Benintendi (b)
Del Friularo più preziosi.”
(a): Vino nero esquisitissimo, che si raccoglie in Bagnoli, Villa del Territorio Padovano, dove l’Eccellentissima Famiglia Widmann à porzione delle sue rendite.
(b): Mercante di Vini forestieri in Venezia.

SOLO LE SPECIALITA’ PIU’ TIPICHE E TRADIZIONALI

La salute: la basilica di Longhena.
A Venezia, affacciata su Canal Grande, si può ammirare la Basilica di Santa Maria della Salute, opera dello stesso architetto che realizzò la Villa del Dominio: Baldassarre Longhena. La chiesa venne commissionata dal popolo di Venezia per ringraziare la Madonna della liberazione dalla peste che colpì la città tra il 1630 ed il 1631.

“VIVA BACCO E VIVA AMORE”
(Carlo Goldoni)


Vino Friularo: gli abbinamenti.
Il Friularo è un vino caldo, tannico, fresco e sapido, caratteristiche che lo rendono adatto ad accompagnare, ad esempio, formaggi di media-lunga stagionatura o preparazioni a base di carne come il brasato.
L’alcolicità e la tannicità bilanciano la succulenza della carne (indotta) e l’untuosità del suo condimento.
L’acidità bilancia la tendenza dolce della carne.
Il Friularo è prodotto anche in versione passita: in questo caso è dolce, fresco, caldo e tannico. Perfetto per accompagnare, ad esempio, molti tra i più tipici biscotti veneziani, come i famosi ‘zaetti’.
La dolcezza del vino, alleggerita da una piacevole freschezza, bilancia quella dei biscotti.
L’ alcolicità e la tannicità bilanciano la loro succulenza (indotta).

Dominio di Bagnoli: informazioni e contatti.
La descrizione e le immagini del Dominio di Bagnoli dovrebbero aver dato un’idea abbastanza precisa sulla bellezza e sul fascino di questo luogo.
Continua
DOMINIO DI BAGNOLI
Tenuta di Proprietà Borletti
P.za Marconi 63 – Bagnoli di Sopra
35023, Padova
Website: www.ildominiodibagnoli.it
Mail: info@ildominiodibagnoli.it
Tel.: +39 049 5380008

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crt-01 – Immagini pubblicate per gentile concessione del Dominio di Bagnoli.
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